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BELLUNO - Tonno sequestrato e pazienti dimessi: sono tutti tornati a casa dopo una notte trascorsa in osservazione in ospedale i quattro clienti dei due ristoranti che si erano sentiti male dopo aver mangiato il pesce. Stanno seguendo una terapia a base di istamina, ma le loro condizioni non destano preoccupazione. Sul fronte delle indagini, i carabinieri del Nas stanno cercando di ricostruire la filiera che ha determinato l'arrivo del tonno incriminato sul piatto dei feriti.
NEL MIRINO
L'obiettivo dei militari è giungere all'identificazione del pescatore che ha catturato il pesce e accertare che da quel momento tutti i passaggi previsti dalla normativa sanitaria in materia di conservazione alimentare siano stati rispettati.
L'ESAME
Dalla partita sequestrata sono stati prelevati parti di pesce fresco che ora il laboratorio dell'Usl dovrà esaminare per stabilire con precisione la causa dell'intossicazione. Se la son vista brutta i quattro ricoverati: a uno di loro è mancato il respiro mentre gli si gonfiavano il collo e il viso, due donne sono svenute e per loro si è reso necessario il trasporto in ospedale con l'ambulanza. Il piatto nel menù era invitante: misticanza, tonno fresco scottato, mais pomodorini e bufala campana Dop, ma si è trasformato in un incubo. Non è escluso che in fase di abbattimento (procedimento obbligatorio per garantire la non tossicità della carne di pesce fresca) degli agenti patogeni qualcosa sia andato storto. La sindrome sgombroide è una patologia di origine alimentare causata dal consumo di prodotti ittici contaminati da batteri in assenza di alterazioni organolettiche. Un'alterazione che non si riesce a percepire all'assaggio o all'olfatto: il tonno fresco era buonissimo. I batteri responsabili di per sé non sono patogeni ma sono in grado di trasformare un amminoacido (istidina), presente in abbondanza in alcune specie di pesci, (tonno, sgombro, alice i più comuni) in istamina che, se presente in grandi quantità, è la responsabile della patologia.
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Il Gazzettino