Ex fiera, muro e vigilanza sul cantiere. «Va bene così, decide l'impresa non l'amministrazione»

Lunga relazione del Comune sulla recinzione, l'età dei tigli e l'accelerazione dei lavori prima del Consiglio di Stato

Ex fiera, muro e vigilanza sul cantiere. «Va bene così, decide l'impresa non l'amministrazione»
PORDENONE - Il muro attorno al cantiere? In questi casi è «normale». La mancata attesa dell'udienza del 21 marzo davanti al Consiglio di Stato? Lo...

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PORDENONE - Il muro attorno al cantiere? In questi casi è «normale». La mancata attesa dell'udienza del 21 marzo davanti al Consiglio di Stato? Lo imponevano le scadenze serrate del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il "no" all'esame sull'età dei tigli? Gli enti preposti alla validazione della procedura non l'hanno mai richiesto. Dopo lo spazio dedicato al fronte dei contrari e il fine settimana bollente per le scritte offensive contro il sindaco Ciriani, ora tocca al Comune argomentare punto su punto sull'ex Fiera e il suo cantiere. E il Municipio lo ha fatto con una lunga relazione affidata all'assessore Lidia Diomede.


LA RECINZIONE
«Non è l'amministrazione Comunale che stabilisce come debbano essere recintati i cantieri delle opere, ma l'impresa e il suo responsabile per la sicurezza - è la premessa. Nell'interlocuzione con la scuola Collodi di quest'estate insegnanti e genitori avevano evidenziato la necessità che l'area della scuola venisse quanto più possibile preservata da rumori e polveri durante le attività di cantiere. L'impresa che si è aggiudicata i lavori aveva inserito nell'offerta una recinzione antipolvere e antirumore. Nei cantieri edili di dimensioni simili a quello dell'ex Fiera e soprattutto per durate di quasi due anni è comunque abbastanza consueto l'utilizzo di recinzioni similari a quelle posate a Pordenone. Quanto alla "guardiania armata" (espressione che tante polemiche ha suscitato) non è certo l'amministrazione ad averla richiesta. Va detto, per amor del vero, che nel caso dell'ex Fiera si è letto che alcuni contrari avessero già acquistato catene e lucchetti per legarsi agli alberi. Di qui la legittima decisione dell'impresa di recintare con le modalità poi ovviamente comunicate con i cartelli apposti».


I TEMPI
Spazio poi alla decisione di tagliare i tigli senza aspettare il Consiglio di Stato. «Il Comune ha seguito l'iter normativo previsto per la realizzazione dell'opera pubblica e il progetto ha ricevuto tutti i pareri necessari all'interno della Conferenza dei servizi. Il finanziamento Pnrr prevede scadenze temporali rigorose». Si fa poi riferimento alla decisione del Tar Fvg, che ha sancito che «il vincolo culturale insiste esclusivamente sulla ex Casa del Balilla». «Ora è evidente che, senza una tempestiva sospensione ad opera del Consiglio di Stato, il Comune non poteva sottrarsi agli obblighi di consegna del cantiere e di prosecuzione dei lavori».


L'ANALISI
E ancora il mancato esame dendocronologico. «Anche qui c'è un grande malinteso da sfatare: l'amministrazione ha sottoposto il progetto a tutti i controlli previsti dalla legge ed ha ottenuto l'ok da tutti gli Enti che dovevano pronunciarsi ciascuno per la parte di propria competenza», spiega Diomede. «L'unico ente che in Conferenza di Servizi avrebbe potuto porre un vincolo sulle pianteper meglio dire sul giardino era la Soprintendenza speciale Pnrr. Nel caso di specie non ha ritenuto che quelle piante fossero sottoposte a vincolo. L'Ente che avrebbe potuto chiedere quell'esame non ha ritenuto di farlo evidentemente ritenendolo inutile».

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I SOPRALLUOGHI


Infine l'accesso al cantiere chiesto dalla minoranza con l'intenzione di visionare le ceppaie per valutare l'età dei tigli abbattuti. «Non appena è pervenuta al Rup questi l'ha trasmessa al direttore lavori e al responsabile della sicurezza del cantiere per le opportune loro valutazioni e per ottenere il permesso, perché sono loro che decidono chi può entrare, come e quando. Successivamente quando si è saputo che alcune delle piante abbattute presentavano problemi di marcescenza, si è letto anche che non consentire subito l'accesso dei Consiglieri non avrebbe consentito la verifica di tale situazione patologica delle piante abbattute. Anche questo è un falso problema su cui si è innestata una polemica sterile al solo fine di esasperare gli animi. Le lavorazioni prevedevano l'abbattimento, autorizzato dagli Enti preposti a porre vincoli, di piante sane».

 

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Il Gazzettino