Pordenone. La fine di tutti i tigli: lo stop non arriva e nel sito dell'ex fiera vengono abbattute 43 piante

Praticamente non c'è più il motivo del contendere: in due giorni completato il lavoro. I manifestanti si riorganizzano

PORDENONE - Alle 20 di ieri sera il decreto con carattere d'urgenza chiesto per fermare l'abbattimento dei tigli dell'ex fiera, iniziato mercoledì mattina,...

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PORDENONE - Alle 20 di ieri sera il decreto con carattere d'urgenza chiesto per fermare l'abbattimento dei tigli dell'ex fiera, iniziato mercoledì mattina, non era ancora stato notificato. A questo punto, però, poco importa: il lavoro è compiuto. Con una accelerata veramente brusca la ditta che aveva messo in programma di abbattere le piante in 4 giorni, ha fatto tutto il lavoro in due. Proprio così. Ieri pomeriggio i tigli che erano stati predestinati, erano già abbattuti. Non solo. Una buona parte delle ceppaie era stata anche rimossa rendendo inutile ai consiglieri comunali il sopralluogo in cantiere. È desolante l'area davanti al palaMarrone, completamente desertificata.

IL NUMERO

Tante le voci che si sono rincorse anche ieri. La prima è sul numero degli abbattimenti. In pratica, da quanto è stato possibile capire, i tigli segati sono stati 43 e non 47 come previsto nel progetto. Sembra, infatti, che almeno 4 possano essere risparmiati. In ogni caso ci sarà ad attendere oggi per la conferma. Sono rimasto in piedi quelli dalla parte dell'area che si affaccia verso la casa dello studente. Secondo i rappresentanti dell'associazione il Tiglio verde potrebbe essere anche qualcuno in più, ma da fonti che arrivano dal cantiere viene confermato quel numero: 43, appunto. Ci sono, però, ancora alcune ceppaie da togliere e materiale, ramaglie e alcuni tronchi da portare via, ma il grosso del lavoro è stato fatto. Come dire che è finita l'era dei tigli nell'ex fiera con buona pace dei resistenti.

IL RICORSO

Cessato il motivo del contendere, nel senso che non ci sono più gli alberi, ora toccherà ai comitati decidere cosa fare. Andare avanti con la causa al Consiglio di Stato, bloccarla per evitare di spendere altri soldi o inventarsi nuove iniziative. C'è anche chi ha proposto di andare questa sera alle 19 in Fiera, dove inizia la campagna elettorale il sindaco, per contestarlo apertamente. Non è stata presa, però, ancora alcuna decisione. Di sicuro c'è la volontà di proseguire con le proteste, ma la botte del taglio delle piante, ha lasciato il segno e quindi c'è bisogno di riorganizzarsi. A questo proposito è stato pensato un incontro per domani, sabato, proprio davanti all'ex fiera.

PATTO CON I CITTADINI

«Sta per andarsene, per disattendere il patto con i cittadini di Pordenone che solo nel 2021 lo hanno rieletto sindaco. Ma prima di inseguire gli obiettivi personali ha voluto lasciare il segno del suo passaggio. È un Ciriani cinico quello che ricorderemo a lungo in riva al Noncello senza però rimpiangerlo». Duro il commento di Marco Salvador, consigliere comunale della Civica. «Il taglio all'ex Fiera non è soltanto una mera questione di alberi e del loro valore ambientale, è l'idea di progresso che si vuole imporre alla città: la cancellazione di ogni riferimento all'identità dei suoi luoghi e ai suoi riferimenti storici. Assieme ad altri capigruppo di opposizione ho chiesto di poter accedere al cantiere per visionare le ceppaie e avere conferma sull'età dei tigli. Non abbiamo ancora avuto una risposta, ma chi come il sottoscritto è andato a vedere il cantiere ha trovato un muro. Non credo ci sia altro da aggiungere se non che siamo di fronte a una brutta, triste e malinconica storia».

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Il Gazzettino