CENESELLI - È accusato di aver picchiato e violentato una vedova 73enne, dopo essere entrato in casa sua, a Ceneselli, spaccando un vetro. L'episodio, che risale al 18...
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IL PROCESSO
Ieri si è tenuta una nuova udienza dinnanzi al Collegio presieduto dal presidente del Tribunale Angelo Risi, dove è stata ascoltata la testimonianza di un carabiniere del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche, con il rinvio al 20 febbraio, quando dovrebbe arrivare la sentenza, a otto anni e due giorni di distanza dal fatto. La vittima, nel frattempo, è morta. Ma quanto avvenuto è ormai cristallizzato negli atti d'indagine. Quella sera, il 18 febbraio, erano da poco passate le 23. L'anziana era già a letto. All'improvviso una finestra è esplosa, i vetri sono schizzati dappertutto. La vedova non ha fatto neppure in tempo a reagire che si è trovata davanti un uomo. Si è messa a urlare. L'intruso si è gettato sulla povera donna terrorizzata e l'ha picchiata selvaggiamente. Manrovesci e pugni per costringerla a tacere. L'ha afferrata, strattonata, gettata a terra e ha abusato di lei, lasciandola semi incosciente.
L'AGGRESSIONE
L'anziana è ripresa a fatica ed è riuscita a raggiungere il telefono: ha chiamato la figlia, che si è precipitata a casa sua, trovandola tremante e in singhiozzi, con il volto tumefatto, contusioni alle ginocchia e dolori lancinanti al torace.
All'ospedale di Trecenta le erano state riscontrate lesioni giudicate guaribili in 25 giorni, oltre ai segni del rapporto sessuale violento. Proprio la traccia biologica è stata la pista più solida seguita dagli inquirenti. però non era bastata a risalire al responsabile e tutto pareva portare a uno dei tanti casi irrisolti. La descrizione iniziale fatta dalla vittima, era molto scarna: aveva detto che l'uomo non parlava bene italiano, sembrava forse marocchino e abbastanza giovane; non lo aveva visto in volto perché indossava un passamontagna. Ricordi confusi anche per lo choc subito. Tutto si è improvvisamente riaperto nel 2018, grazie alla Banca dati del Dna, il grande archivio genetico dove vengono conservati i profili genetici dei condannati a pene detentive e di tutti gli arrestati. Il Dna dell'uomo senza un volto, accusato di aver violentato l'anziana, che era stato mappato dal Ris poche ore dopo i fatti, è saltato fuori mostrando la propria corrispondenza e incastrandolo a sei anni di distanza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino