La coppia a Marrakech: «Minuti di terrore, uno spaventoso boato poi i crolli e tanti morti»

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PADOVA - «Grazie di cuore per i vostri messaggi. Stiamo tutti bene. Tantissima paura ma stiamo bene. Girano ancora ambulanze, pompieri ed elicotteri in tutta Marrakech. Ci sono stati molti crolli. I morti hanno superato le mille persone, quasi 1300 feriti di cui circa 800 gravi. Grazie ancora per esservi preoccupati per noi». Le prime parole dopo lo spavento, la padovana Simona Pahontu, 36 anni, le affida a un post sul suo profilo Facebook, per tranquillizzare coloro che conoscono lei, il suo compagno e il loro bambino.


RESIDENTI
Simona Pahountu e Mauro Meneghetti (lui è direttore del ristorante italiano “Sesamo” all’interno del Luxury hotel Royal Mansour) vivono a Marrakech da due anni e mezzo. Entrambi padovani ed ambedue professionalmente impegnati nel mondo dell’alta cucina. Mauro ex maître del ristorante La Montecchia della famiglia Alajmo; Simona produttrice di un aceto gourmet super premiato, prodotto con il Moscato dei Colli Euganei.
Raggiunta via whatsapp, Simona descrive nei dettagli il venerdì notte di incubi e disastro a Marrakech, la città turistica del Marocco colpita da un tremendo sisma di magnitudo 7. «Ho sentito dapprima un forte boato, una sensazione stranissima, e subito dopo la scossa sussultoria, seguita da quella ondulatoria, sempre più forte e accompagnate da un rumore assordante che ho ancora impresso addosso. Come prima cosa è saltata la corrente e non riuscivo a trovare il cellulare per fare un po’ di luce con la torcia dello smartphone per raggiungere la camera di mio figlio. Non trovavo neanche il guinzaglio della cagnolina e non riuscivo a prenderla perché, per la paura, correva da una parte all’altra della casa. Trovato finalmente il cellulare, faccio un po’ di luce, recupero la cagnolina, corro in camera del bambino, lo tiro su e mi precipito fuori con entrambi».
Lunghi minuti di terrore. «Sì, spaventoso. La casa continuava a muoversi: sentivo i muri ondeggiare. Il divano scivolava in avanti e il pavimento si muoveva sotto ai miei piedi. In cucina sono cadute alcune suppellettili, in bagno le mattonelle delle pareti si sono staccate. Sono andata nel panico: mai sentito rumori del genere in vita mia. La terra che si muove sotto ai piedi è una sensazione indescrivibile. Con mio figlio e la cagnolina siamo rimasti fuori un’oretta circa. Poi ho preparato una borsa con i documenti, i nostri passaporti e qualche vestito, quindi siamo tornati fuori».


LA PAURA
I danni più consistenti si sono registrati nella Medina. «Ci sono stati moltissimi crolli e sono venute giù anche parti delle mura della città. I militari, alla Medina, hanno sfollato le persone e non fanno entrare più nessuno». Superato i primi momenti di terrore, Simona è riuscita a raggiungere il suo compagno. «Verso l’una di notte sono uscita nuovamente in strada, mi sono messa alla guida dell’automobile con mio figlio per andare al Royal Mansour, dove lavora Mauro. Nel tragitto verso la struttura, ho visto gente in strada con le coperte, per dormire all’aperto e non rientrare nelle abitazioni. La strada verso la Medina era chiusa. Dal Royal Mansour avevano fatto uscire tutti i clienti. Sono caduti bicchieri, i vasi in vetro di Murano e altri oggetti esposti, come libri e quadri. Fortunatamente non c’è stato alcun ferito, ma i clienti hanno avuto molta paura e alcuni piangevano per il terrore».


LA SITUAZIONE
Il dopo terremoto è uno scenario di guerra. «I supermercati sono chiusi perché gli scaffali sono caduti e anche altre attività sono inaccessibili. Le autorità hanno chiesto alla popolazione di andare a donare sangue e ci sono file lunghissime nei centri di prelievo. Abbiamo dormito in casa, ma completamente vestiti e con la veranda spalancata, per uscire in fretta se ci fosse stata un’altra scossa».


La paura è stata tanta e ancora non se ne è andata. «Mauro e io teniamo sempre a portata di mano una borsa con i documenti e qualche effetto personale, pronta all’occorrenza per uscire velocemente e mettersi al riparo. I nostri vicini di casa dicono che erano 40 anni che non sentivano un terremoto. Quello di venerdì notte è stato devastante, terribile. E ha fatto migliaia di morti».
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Il Gazzettino