Fastidiosa ernia alla schiena, Silvia muore a 42 anni dopo l'infiltrazione di ozonoterapia: medico indagato per omicidio colposo

Silvia Tecchio morta dopo una seduta di ozonoterapia
PADOVA - Muore dopo una terapia, indagato il medico che l'ha curata per omicidio colposo. Una donna, Silvia Tecchio, 42 anni,  lo scorso 10 novembre si è...

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PADOVA - Muore dopo una terapia, indagato il medico che l'ha curata per omicidio colposo. Una donna, Silvia Tecchio, 42 anni,  lo scorso 10 novembre si è sottoposta all'ozonoterapia in una clinica privata della città del Santo per un'ernia al disco. Dopo le infiltrazioni si è sentita male ed è stata ricoverata all'ospedale di Padova, nel reparto di neurologia. É morta cinque dopo.

Il caso è arrivato in Procura, sulla scrivania del pubblico ministero Marco Brusegan. Il chirurgo che ha effettuato l'infiltrazione alla donna è indagato per omicidio colposo.

La donna residente a Piazzola sul Brenta, è deceduta dopo una seduta di ozonoterapia per curare un'ernia al disco. Nei guai è finito il medico Luca Rigobello, 72 anni residente a Costa di Rovigo, difeso dall'avvocato Stefano Malfatti.
Il pubblico ministero Marco Brusegan, titolare delle indagini, lo ha iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo. L'autopsia, eseguita dal medico legale Antonello Cirnelli nominato dalla Procura, ha portato alla luce la causa della morte: un ictus provocato da una serie di bolle d'aria arrivate al cervello.

I FATTI
La donna delle pulizie da tempo si stava sottoponendo a una cura per risolvere quella fastidiosa ernia al disco. Le infiltrazioni di ozono venivano effettuate sempre dal dottor Rigobello, nella clinica privata Villa Medea di Padova del tutto estranea ai fatti.
Il giorno 10 di novembre Silvia è ritornata nella struttura sanitaria per un'altra iniezione lombare, ma questa volta qualcosa non è andata per il verso giusto. Dopo poco la paziente ha iniziato a sentirsi male e i responsabili della clinica hanno chiamato un'ambulanza del Suem 118. La 42enne è stata trasportata d'urgenza al pronto soccorso e poi è stata ricoverata nel reparto di Neurologia. Ma le sue condizioni sono peggiorate di giorno in giorno, fino al 15 di novembre quando è deceduta. L'Azienda ospedaliera ha avvisato la Procura e sono scattate le indagini.

L'ESAME
All'esame autoptico, condotto dal dottor Cirnelli, hanno partecipato i medici Barbara Bonvicini e Alberto Alexandre nominati dall'indagato. Quindi il professore Giorgio Rizzato per i genitori di Silvia difesi dall'avvocato Laura Piras e il dottore Luca Doro per il marito della vittima affiancato dal legale Nicolò Pettenuzzo. Durante l'autopsia è emerso come il midollo della spina dorsale presentasse un piccolissimo foro. Secondo l'accusa il neurologo Rigobello nel praticare l'infiltrazione di ozono avrebbe spinto troppo l'ago, di solito lungo al massimo 3 centimetri, andando a lesionare il midollo. Non solo, iniettando anche all'interno del midollo l'ozono che essendo un gas è salito fino al cervello della paziente provocandole bolle d'aria e il conseguente ictus mortale.


La Procura, già nella mattinata di ieri, ha messo la salma a disposizione dei familiari per organizzare il rito funebre. Tuttavia le indagini sono ancora all'inizio. Non è chiaro come un medico tanto esperto come Rigobello, possa avere commesso un errore simile. Durante l'esame autoptico, il medico legale dal cadavere ha prelevato anche campioni di organi e di tessuti che saranno sottoposti agli esami tossicologici. Inoltre gli inquirenti, già il giorno dopo la morte di Silvia Tecchio, hanno acquisito le cartelle cliniche della donna.
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Il Gazzettino