VENEZIA - Si punta la pistola alla testa e spara: la drammatica scena si è consumata questa mattina all'ospedale Civile di Venezia, nel padiglione Jona, all'interno...
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A spararsi è stata una donna poliziotto, guardia penitenziaria di 28 anni: era andata per un controllo ad una detenuta ricoverata in ostetricia dopo un parto. Eseguito il controllo al Nido (il piccolo era in osservazione e la mamma con lui) la donna è uscita e ha preso l'ascensore. Qui si è sparata. Trasferita all'Angelo di Mestre, sarebbe in gravissime condizioni e in attesa di essere operata alla testa.
Drammatica la scena che si è presentata ai soccorritori: l'ascensore dell'ospedale era pieno di sangue e l'agente di polizia penitenziaria giaceva a terra. Il colpo è stato udito da molti pazienti in ospedale. Sconosciute le cause del tragico gesto della donna che è originaria della Calabria.
Donato Capece, segretario del sindacato autonomo Sappe, e il collega Carboni (Cgil) sono «davvero sgomenti». «Solo nel mese di agosto si erano tolti la vita 2 agenti penitenziari e dal 2000 ad oggi oltre cento sono stati i casi di suicidio nel Corpo di Polizia - dice Capece che fa un richiamo alle situazioni di stress dei lavoratori penitenziari - Non si può pensare di lavarsi la coscienza istituendo un numero di telefono (peraltro di Roma!) che può essere contattato da chi, in tutta Italia, si viene a trovare in una situazione di particolare disagio.
Il Gazzettino