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Era il tardo pomeriggio del 16 agosto, quando una tromba d’aria, un mix di pioggia, grandine e forte vento, si è abbattuta sul territorio azzanese, tanto che le raffiche di vento avevano scoperchiato alcuni tetti, con danni ingenti in case e aziende. Il fortissimo vento aveva divelto il tetto di un condominio in via Trieste, letteralmente spazzato via dalla tromba d’aria, precipitato, insieme a vari detriti, sul tetto di una casa attigua a due piani, che ha subito danni pesantissimi.
VENTISETTE SFOLLATI
Per fortuna non si sono registrati feriti, ma gli sfollati sono stati 27. I due fabbricati erano stati definiti inagibili. Il Comune e i Servizi sociali hanno offerto da subito delle possibilità abitative, attivando i due mini alloggi di Corva e Tiezzo e la possibilità di occupare due stanze in un albergo vicino, in particolare a una famiglia di romeni, madre, padre e due figli (una di 17 e uno di 19 anni), la cui abitazione era stata danneggiata.
TERRITORIO MARTORIATO
Per l’emergenza i Vigili del fuoco erano coadiuvati da squadre provenienti da Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Forlì, Torino e Cremona. In alcuni quartieri c’era stato il blackout, mentre i pompieri e le squadre di Protezione civile comunale avevano lavorato per spostare alberi, cartelli e insegne stradali abbattute dal forte vento. Prima ancora il 1° agosto, Azzano e i comuni del Pordenonese erano già stati messi in ginocchio da una violenta grandinata. Anche qui i danni furono rilevanti ad abitazioni e aziende, danni alle coperture di capannoni e fienili, perforati dai chicchi di grandine caduti, grandi come palline da tennis. In merito alla richiesta di risarcimento dei danni per gli eventi del 16 agosto, la stessa Regione aveva affermato che il riconoscimento economico dei danni non era garantito, e che le eventuali risorse “perverranno tramite il competente Ministero”. Il sindaco Marco Putto aveva anche ricordato che l’erogazione delle risorse,”avverrà se riconosciuto lo stato di calamità naturale e invitava a confrontarsi preventivamente con la propria compagnia assicuratrice per valutare se, e in che misura, la stessa “interverebbe in caso di riconoscimento di ristori pubblici”.
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Il Gazzettino