Gps in auto e telecamere nascoste per scoprire le scappatelle della moglie

Gps in auto e telecamere nascoste per scoprire le scallatelle della moglie
SAN PIETRO DI FELETTO - Un rilevatore gps nell'auto e telecamere disseminate in quasi tutte le stanze della casa, compresa la camera da letto. Così voleva far emergere...

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SAN PIETRO DI FELETTO - Un rilevatore gps nell'auto e telecamere disseminate in quasi tutte le stanze della casa, compresa la camera da letto. Così voleva far emergere i tradimenti della moglie da cui, proprio a causa delle presunte scappatelle di lei, si stava separando. Ma quando l'apparecchiatura anti-corna è stata scoperta dalla donna a finire nei guai è stato lui. E ieri l'uomo, L.G., 45enne di San Pietro di Feletto, è stato condannato in primo grado a 8 mesi di reclusione e 11 mila euro di risarcimento per interferenza illecita nella vita privata altrui.

 
La vicenda risale al 2013 quando la coppia salta per aria e i due stanno per separarsi. Un finale amaro che lui, ancora innamorato, non voleva accettare soprattutto perché era convinto che all'origine dei problemi della coppia ci fosse un altro uomo. Per far emergere lo scomodo triangolo amoroso decide allora di assoldare un investigatore privato di Motta di Livenza, incaricandolo di controllare i movimenti della moglie e scoprire se in effetti avesse una nuova fiamma. L'investigatore, che è un ex carabiniere, ha testimoniato durante il processo, spiegando di aver consigliato al 50enne di installare un rilevatore Gps nell'auto della donna. «L'apparecchiatura che poi è stata trovata gliela ho data io e lui l'ha installata ha spiegato - ma ero sempre io a controllare le coordinate degli spostamenti della signora». Del rilevatore la sospetta fedifraga si è accorta dopo pochi giorni a causa di una interferenza con l'autoradio che l'ha indotta ad andare dal meccanico. E poi si è precipitata dai carabinieri, che sono risaliti all'investigatore e quindi all'ex marito, finito sotto indagine. Ma il meglio doveva ancora venire.

Quando infatti la polizia giudiziaria della polizia di Stato in forza alla Procura è andata a casa coniugale (in cui era rimasta a vivere solo la moglie) per un sopralluogo ha scoperto alcune microtelecamere nascoste in cucina, in camera da letto, nel corridoio, nel soggiorno e all'esterno, posizionate persino sulla cassetta dell'antifurto e orientate verso il cancello. Delle vere e proprie foto-trappole ancora funzionanti, tanto da riprendere persino i poliziotti in ispezione. Tutto era collegato alla rete internet attraverso un router che avrebbe permesso al 45enne di verificare chi passava del tempo con la signora semplicemente stando davanti al computer. La donna, inconsapevolmente, aveva scoperto uno dei collegamenti nella stanza da letto strappando i fili perché sentiva un fastidioso ronzio. (de.bar) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino