Mazzette a Santa Maria di Sala, sul geometra Pajaro l'ombra del concorso truccato in Comune

Tra i decreti di perquisizione dei sei arrestati emerge l'episodio che non era presente nelle 200 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare. Si dimette l'assessora Bertolin. Il resto della giunta serra le file: "Siamo al lavoro per cambiare le cose"

La sindaca Rocchi e gli assessori. La Bertolin si è dimessa. Dalle indagini una novità, l'ombra di un concorso truccato
SANTA MARIA DI SALA - Non si ferma il lavoro di inquirenti e investigatori sul terremoto giudiziario di Santa Maria di Sala. Tra i decreti di perquisizione dei sei arrestati,...

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SANTA MARIA DI SALA - Non si ferma il lavoro di inquirenti e investigatori sul terremoto giudiziario di Santa Maria di Sala. Tra i decreti di perquisizione dei sei arrestati, infatti, emerge un nuovo episodio che finora era rimasto nascosto perché non presente tra le 200 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare. Il capo dell'ufficio tecnico Carlo Pajaro, infatti, sarebbe indagato anche per rivelazione di segreti d'ufficio. Secondo gli investigatori, infatti, avrebbe pilotato con le sue conoscenze un concorso pubblico per far assumere il candidato a lui più gradito. I carabinieri del nucleo investigativo di Venezia ora cercheranno di approfondire il perché. Le prime ricadute dell'inchiesta, intanto, si sono viste ieri nella prima riunione di giunta: Monica Bertolin, assessora alle Politiche sociali, si è dimessa. Non è indagata nell'inchiesta, ma il coinvolgimento del marito, l'architetto Marcello Carraro, ritenuto dagli inquirenti la cerniera tra la politica e l'imprenditoria, è inevitabilmente andato a pesare. Gli altri quattro scudieri della sindaca Natascia Rocchi, ieri mattina alle 8.30, erano al proprio posto, pronti a ripartire: Alessandro Arpi (vicesindaco, Lavori pubblici), Luigino Miele (Sport), Daniel Basso (Lavoro e sviluppo economico) e Gianpietro Spolladore (Politiche dell'istruzione ed educazione). «C'è tanto da fare, non possiamo bloccare l'attività del Comune anche se quello che è successo è stata una bomba - precisa Rocchi - non ci sarà alcun rimpasto. Le deleghe le terrò io per ora, poi verranno ridistribuite ai consiglieri».


Il caso Fragomeni, inutile negarlo, è stata una mazzata, sia dal punto di vista del morale, sia da quello dell'immagine. «È un po' strano vedere la gente guardarti con sospetto, non era mai successo fino ad ora», ammette Arpi. Anche se la giunta Rocchi, va ripetuto per l'ennesima volta, è estranea alle vicende e ai fatti che hanno riempito le pagine dei giornali in questi giorni, i meno addentro ai lavori faticano a fare distinzioni, quando si tratta di affari di palazzo. La caduta di Fragomeni ha fatto tanto rumore perché quando un sindaco è così tanto amato è difficile credere a un suo passo falso. La comunità di Santa Maria di Sala si è divisa, tra chi crede che l'inchiesta dei carabinieri del nucleo investigativo sia un grosso malinteso e chi sostiene che gli affari loschi tra amministrazione e imprenditori, qui, fossero quasi alla luce del sole ormai da decenni. Certo è che l'ex sindaco, qui, ha sempre spostato valanghe di voti proprio per la sua presenza e vicinanza ai cittadini. «È brutto da dire, ma è come se oggi fosse morto qualcuno», commenta amara Rocchi.

SOLIDARIETÀ


«Però a onor del vero sono state anche tante le attestazioni di solidarietà che abbiamo ricevuto in questi giorni - aggiunge Miele, ex presidente della società di calcio locale, la Salese - in tanti mi fermano per strada per dirmi: Vi siamo vicini». Una vicinanza che ha sentito anche la stessa sindaca: «Continuo a ricevere messaggi di incoraggiamento e di stima, anche da altri comuni. Ne usciremo, siamo già al lavoro per cambiare e migliorare le cose».

 

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Il Gazzettino