Puliscono i boschi e ripristinano i sentieri: cacciatori multati

Puliscono i boschi e ripristinano i sentieri: cacciatori multati
TAIBON - Stufi di derisioni, denigrazioni e delle denunce. I cacciatori di Taibon bussano alla porta dell'assessore regionale Pan rivendicando le proprie ragioni. «O...

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TAIBON - Stufi di derisioni, denigrazioni e delle denunce. I cacciatori di Taibon bussano alla porta dell'assessore regionale Pan rivendicando le proprie ragioni. «O veniamo riconosciuti ufficialmente per il ruolo di tutela ambientale che svolgiamo - affermano i soci della Riserva guidata da Luca Lena - oppure non se ne parli che ora, dopo l'incendio e dopo Vaia, ci si offra a pulire boschi o a ripristinare sentieri. Con la minaccia di essere citati in tribunale, com'è successo ad alcuni nostri componenti (tra cui uno di 83 anni), con una richiesta danni di 16mila euro». «La goccia che ha fatto traboccare il vaso - spiega Alberto Colleselli, presidente del Distretto venatorio agordino - è stato il recapito, lo scorso dicembre, di una denuncia per danno ambientale con la richiesta di risarcire un danno quantificato in 16mila euro. Un'azione legale mossa contro alcuni soci della Riserva che ancora prima dei  disastri di fine ottobre avevano aggiustato un passerella, sempre esistita, ponendo due assi. Questo fatto ha avvilito non poco i cacciatori che ora, chiamati a metter mano al territorio martoriato, ci pensano su due volte. E onestamente fanno bene».

I PRECEDENTISì perché già prima non erano mancate le critiche alla volta delle doppiette di Taibon. «Il nostro apporto nella manutenzione del territorio, mai ostentato o propagandato, ma ritenuto doveroso - spiega il presidente della Riserva Lena - non sempre è stato condiviso e valorizzato; anzi, spesso è stato ritenuto non di interesse per la comunità o, ancor peggio, sono state riservate parole denigratorie. Tutto ciò è giunto dal mondo ambientale antagonista ma anche dai semplici cittadini. Solo perché siamo cacciatori. L'ultimo scontro, questa volta legale, ci ha onestamente messi in difficoltà». «In una realtà in cui il volontariato è valorizzato a livello locale e regionale e la Protezione civile, nei vari aspetti preventivi e di intervento in emergenza, è riconosciuta indispensabile ed efficiente - sottolinea Lena - noi riteniamo di dover partecipare attivamente nella stessa direzione e con lo stesso obiettivo, anche se spesso non siamo apprezzati in quanto cacciatori. Ma siamo abitanti del Comune di Taibon e vorremmo continuare con le attività di protezione civile e recupero dell'ambiente». E in questo contesto, aggiunge, «siamo un Comprensorio Alpino di caccia previsto dalla legge, in cui più volte viene richiamato il rispetto delle tradizioni locali, tra le quali l'attività volontaria non solo nell'assistenza della fauna in difficoltà ma anche come manutenzione ambientale».

LA RASSICURAZIONEDa qua la richiesta di rassicurazioni all'assessore regionale Giuseppe Pan. «Abbiamo chiesto - chiarisce Lena - se la nostra attività di volontariato può essere portata avanti, se è giustificata e approvata da questi enti alla pari di tutte le altre attività di volontariato, senza aver il timore che qualcuno contesti o peggio denunci il nostro operato. I vari fatti avvenuti, da ultimo la querela per danno ambientale, ci impongono di chiedere un cenno di consenso e, se possibile, anche di condivisione». Pan, con il dirigente Gianluca Fregolent, ha così incontrato Lena e Colleselli. «Un confronto chiaro - conclude Colleselli - in cui sono state comprese le ragioni dei cacciatori di Taibon. La Regione ha assicurato che farà il possibile per sostenere il loro operato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino