Gli operai Electrolux: «Impossibile lavorare con le mascherine FFP2»

L'ingresso della Electrolux di Susegana
SUSEGANA Tutti in fabbrica, o quasi, allo stabilimento Electrolux di Susegana dove gli operai rivendicano il “diritto di respirare”. Chi la settimana scorsa, i circa...

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SUSEGANA Tutti in fabbrica, o quasi, allo stabilimento Electrolux di Susegana dove gli operai rivendicano il “diritto di respirare”. Chi la settimana scorsa, i circa 250 lavoratori volontari, chi ieri hanno lavorato con le nuove misure di prevenzione e sicurezza per evitare il rischio di contagio da Coronavirus. Distanziamento, divisori in plexiglass e mascherine FFP2 le misure più impattanti e tra queste ad essere sotto accusa sono queste ultime, sicuramente più protettive ma anche più difficili da portare.

LA LAMENTELA
«È impossibile lavorare in fabbrica con questi ritmi e le mascherine imposte dall’azienda – hanno denunciato ieri le rappresentanze sindacali Fiom, Fim e Uilm– Fanno sudare, tolgono il respiro, creano irritazioni. Chiediamo siano distribuite le mascherine chirurgiche più leggere e comunque protettive. Anche il Dcpm del 26 aprile prevede l’utilizzo della mascherina chirurgica come dispositivo di protezione individuale».
Questa era una delle richieste fatte dalle rsu all’azienda in forma scritta e ribadite nell’incontro in videoconferenza che si è tenuto mercoledì scorso.
«Chiediamo – affermano le rsu - pause aggiuntive ogni trenta minuti per permettere ai lavoratori di riprendere fiato». Attualmente sono due pause da 10 e 14 minuti se il turno è di sei ore, da 7 e 10 minuti con il turno di otto ore nel quale è da considerare anche la pausa mensa.
IL RIENTRO

Ieri il rientro è stato soft, con due turni di sei ore, ma dalla prossima settimana si torna ai turni di otto ore. Electrolux deve produrre 49mila frigoriferi per far fronte alle richieste, perché il lavoro si è fermato, ma il mercato no. I volumi richiesti sono rimasti alti, c’è stato un primo abbassamento a marzo, ma poi ad aprile c’è stato un picco di ordini che non si riesce ad evadere con le scorte. Non si parla proprio dunque al momento di rallentare il ritmo. Tuttavia per i rappresentanti sindacali e quelli della sicurezza dei lavoratori, la salute degli operai viene prima di tutto e hanno fatto presente che alla necessità di produrre per far fronte alle richieste di mercato non corrisponde la proroga di contratti a termini o la stabilizzazione dei precari. Le rsu chiedono inoltre che i lavoratori fragili e con difficoltà famigliari possano stare a casa usufruendo della cassa integrazione fino a quando possibile ed un incontro urgente per confermare il calendario delle ferie. In ordine alle richieste già espresse la settimana scorsa, l’azienda ha fatto sapere che sono in fase di valutazione, ma per il momento restano in vigore le nuove misure adottate.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino