PORDENONE - La legge non tutela gli accordi di gioco, ma un patto tra amici diventa un obbligo morale e va rispettato. La Corte d'appello di Trieste ha ribaltato la sentenza...
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Ad appellare la sentenza di primo grado era stato il procuratore generale. A Pordenone la pubblica accusa aveva chiesto 9 mesi di condanna ritenendo che la vincita - un colpo da 101.303 euro - dovesse essere suddivisa con il gruppo che per oltre 10 anni giocava in società. La combinazione vincente era uscita il 7 aprile 2012: 37, 54, 65, 87 e, come numero Superstar, 59. Il 19 aprile Cordenons aveva incassato la vincita, ma non l'aveva divisa. Al processo si è difeso dicendo che gli amici da due mesi non versavano le quote per le giocate (erano stati concordati 20 euro a testa ogni mese). Aveva pertanto continuato a scommettere per conto suo. Contro di lui - una volta appreso dei 101 mila euro - si erano schierati gli amici: è vero che Cordenons aveva cambiato lavoro e non avevano occasione di vedersi con continuità, ma il denaro l'avrebbero consegnato a un'altra persona. Quest'ultima al processo confermò la versione, ma non avrebbe fornito la prova della consegna del denaro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino