Superbonus, crediti bloccati e lavori fermi a Padova: «Dipendenti a rischio»

Superbonus, crediti bloccati e lavori fermi a Padova
PADOVA - Crediti incagliati e cantieri fermi: Confartigianato si mobilita. L'associazione di categoria ha inviato una lettera al prefetto Raffaele Grassi e al presidente della...

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PADOVA - Crediti incagliati e cantieri fermi: Confartigianato si mobilita. L'associazione di categoria ha inviato una lettera al prefetto Raffaele Grassi e al presidente della Provincia Sergio Giordani per lanciare l'ennesimo grido d'allarme degli addetti ai lavori. Il problema è sempre più sentito visto che secondo le stime fatte pochi mesi fa i cantieri padovani legati al Superbonus sono oltre quattromila. Le imprese artigiane del comparto casa in provincia di Padova sono 11.865 tra edilizia, legno e impianti. Gli addetti complessivi sono 24.162. Insomma, un grande mondo in totale fibrillazione.


LA POSIZIONE
«Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio ha interrotto inaspettatamente la cessione dei crediti e lo sconto in fattura ma non ha risolto il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi - commenta Gianluca Dall'Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova -. Secondo le stime del governo si tratta di 19 miliardi di euro già maturati che, tradotto per il nostro territorio significa oltre 349 milioni di euro in "pancia" a imprese e famiglie. Se non pagati mettono a rischio migliaia di cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie in corso in tutta la provincia».


I RISCHI
«La sottovalutazione di questo problema rischia di condannare il nostro Paese a una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia. Una vera e propria bomba ad orologeria che creerà danni enormi per lavoratori, famiglie e imprese» è ancora la posizione di Confartigianato Padova.
Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali «sta infatti creando una vera e propria crisi sistemica nell'economia italiana: l'impossibilità di cedere sul mercato i bonus determina una carenza di liquidità nelle imprese di tutta la filiera delle costruzioni che le porterà a brevissimo al fallimento. I posti di lavoro a rischio sono decine di migliaia».


LE CONSEGUENZE
Per l'associazione di categoria «gli effetti si estenderanno a tutti i settori collegati, ma colpiranno anche le famiglie beneficiarie degli interventi, con il rischio di decine di migliaia di contenziosi con i soggetti realizzatori e con le Autorità preposte ai controlli. La prima emergenza è certamente lo sblocco dei crediti pregressi.
«Per sbloccare i crediti pregressi - continua Dall'Aglio -, proponiamo tre soluzioni: un intervento di acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate; invitare gli istituti di credito che ancora avessero capienza per farlo ad acquistare i crediti nei cassetti delle aziende, ma soprattutto consentire immediatamente agli Istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie. Misure che però risultano assenti dal decreto-legge approvato dal governo. Qualsiasi altra soluzione parziale -conclude il presidente - non risolve la questione in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi. Il decreto approvato interviene anche sul blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per tutti i cantieri di ristrutturazione ancora non avviati alla data del 17 febbraio».


L'APPELLO


Per Nicola Zanfardin, presidente del sistema di categoria Edilizia per Confartigianato, «il timore è quello di ritornare al 2019, quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da chi aveva disponibilità economiche per farlo. Oggi molti cantieri sono bloccati e in quelli che funzionano siamo noi a dover fare da general contractor, non possiamo proseguire così. Dobbiamo ridisegnare la misura del 110% in modo che sia sostenibile per tutti».

 

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Il Gazzettino