PADOVA - Crediti incagliati e cantieri fermi: Confartigianato si mobilita. L'associazione di categoria ha inviato una lettera al prefetto Raffaele Grassi e al presidente della Provincia Sergio Giordani per lanciare l'ennesimo grido d'allarme degli addetti ai lavori. Il problema è sempre più sentito visto che secondo le stime fatte pochi mesi fa i cantieri padovani legati al Superbonus sono oltre quattromila.
LA POSIZIONE
«Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio ha interrotto inaspettatamente la cessione dei crediti e lo sconto in fattura ma non ha risolto il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi - commenta Gianluca Dall'Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova -. Secondo le stime del governo si tratta di 19 miliardi di euro già maturati che, tradotto per il nostro territorio significa oltre 349 milioni di euro in "pancia" a imprese e famiglie. Se non pagati mettono a rischio migliaia di cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie in corso in tutta la provincia».
I RISCHI
«La sottovalutazione di questo problema rischia di condannare il nostro Paese a una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia. Una vera e propria bomba ad orologeria che creerà danni enormi per lavoratori, famiglie e imprese» è ancora la posizione di Confartigianato Padova.
Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali «sta infatti creando una vera e propria crisi sistemica nell'economia italiana: l'impossibilità di cedere sul mercato i bonus determina una carenza di liquidità nelle imprese di tutta la filiera delle costruzioni che le porterà a brevissimo al fallimento. I posti di lavoro a rischio sono decine di migliaia».
LE CONSEGUENZE
Per l'associazione di categoria «gli effetti si estenderanno a tutti i settori collegati, ma colpiranno anche le famiglie beneficiarie degli interventi, con il rischio di decine di migliaia di contenziosi con i soggetti realizzatori e con le Autorità preposte ai controlli. La prima emergenza è certamente lo sblocco dei crediti pregressi.
«Per sbloccare i crediti pregressi - continua Dall'Aglio -, proponiamo tre soluzioni: un intervento di acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate; invitare gli istituti di credito che ancora avessero capienza per farlo ad acquistare i crediti nei cassetti delle aziende, ma soprattutto consentire immediatamente agli Istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie. Misure che però risultano assenti dal decreto-legge approvato dal governo. Qualsiasi altra soluzione parziale -conclude il presidente - non risolve la questione in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi. Il decreto approvato interviene anche sul blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per tutti i cantieri di ristrutturazione ancora non avviati alla data del 17 febbraio».
L'APPELLO
Per Nicola Zanfardin, presidente del sistema di categoria Edilizia per Confartigianato, «il timore è quello di ritornare al 2019, quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da chi aveva disponibilità economiche per farlo. Oggi molti cantieri sono bloccati e in quelli che funzionano siamo noi a dover fare da general contractor, non possiamo proseguire così. Dobbiamo ridisegnare la misura del 110% in modo che sia sostenibile per tutti».