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Il meccanismo è un po’ complicato, forse troppo tecnico per chi non lavora in un istituto di credito. La notizia di fondo, invece, è semplice semplice. Allo stesso tempo molto attesa, perché da qualche mese c’è chi era precipitato nel panico. Le banche del Friuli Venezia Giulia, infatti, stano iniziando gradualmente a riprendersi “in pancia” i crediti fiscali legati al Superbonus, dopo uno stop costato milioni di euro su tutto il territorio. Una svolta positiva non solo per le aziende del settore delle costruzioni, alle prese con picchi di lavoro seguiti poi da una brusca interruzione, ma anche per i tanti privati cittadini che avevano fatto affidamento proprio sullo sconto in fattura per ristrutturare casa.
LA SVOLTA
Tra le prime banche in Friuli Venezia Giulia a riaprire i rubinetti del Superbonus, ecco ad esempio Credit Agricole, che «rinforza il suo impegno nella gestione dei crediti fiscali legati al superbonus e altri bonus edilizi riavviando progressivamente l’acquisto di nuovi crediti, a supporto delle numerose imprese coinvolte nel settore edilizio e delle filiere a esso collegate, oltre che alle famiglie in difficoltà a causa del blocco delle cessioni. Grazie al lavoro svolto insieme a un Gruppo di imprese partner, la Banca potrà ampliare progressivamente la propria capacità fiscale, dando ai clienti la possibilità di cedere nuovi crediti, offrendo un contributo fattuale al sostegno di aziende, artigiani e famiglie». Ieri la stessa comunicazione è arrivata da Credifriuli: «A fronte di una costante e sollecitata richiesta dalla clientela di cessione del credito e, a seguito del raggiungimento della propria tax capacity, nel corso del 2022 la Banca ha perfezionato tre importanti cessioni del credito sul mercato secondario a primarie controparti istituzionali, per un importo complessivo di circa di circa 10 milioni di euro.
IL METODO
Cos’è successo, quindi? Prima di tutto dev’essere precisato un dettaglio: le principali banche sono di nuovo disponibili ad acquistare i crediti riferiti all’anno 2022. Si parla quindi di lavori legati al superbonus 110 per cento già avviati dai privati o da altri Enti. Meno certo, invece, il futuro dei crediti più nuovi, quelli riferiti a lavori ancora da programmare.
Tutto si gioca attorno a degli spazi finanziari che le banche riescono a conquistare. A volte, ad esempio, si tratta di partite di credito prenotate e successivamente non sfruttate. In quel caso la singola banca utilizza uno slot che altrimenti rimarrebbe per così dire vuoto. Una pratica che è sempre più possibile sul territorio regionale e che è in grado almeno parzialmente di rimettere in moto la macchina del Superbonus 110 per cento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino