Cinque suicidi in quattro mesi nel carcere di Filippo Turetta: blitz a sorpresa della senatrice Ilaria Cucchi

Con lei la collega Aurora Floridia e la consigliera della Regione Veneto di Europa Verde Cristina Guarda: "Due soli educatori per 540 detenuti e poche attività lavorative"

Ilaria Cucchi
VERONA - Un'ispezione a sorpresa nella casa circondariale di Montorio (Verona) dove, negli ultimi quattro mesi, cinque persone si sono tolte la vita. Lo rendono noto le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VERONA - Un'ispezione a sorpresa nella casa circondariale di Montorio (Verona) dove, negli ultimi quattro mesi, cinque persone si sono tolte la vita. Lo rendono noto le senatrici di Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi e Aurora Floridia, e la consigliera della Regione Veneto di Europa Verde, Cristina Guarda. «Durante la nostra visita siamo state informate che un detenuto in crisi psichiatrica ha distrutto la sua cella e non ha potuto avere la necessaria assistenza, poiché lo psichiatra non era disponibile - rilevano in una nota congiunta -. La direttrice ci ha raccontato delle mancanze croniche sul fronte dell'assistenza, confermata dal personale e dai tanti detenuti con i quali ci siamo confrontate». Un capitolo a parte, si sottolinea, «è quello che riguarda il grande consumo di psicofarmaci, la cui assunzione non sempre è controllata dagli specialisti. Ma c'è di più: abbiamo verificato forti carenze anche nel numero di educatori, attualmente solo due a fronte di 540 detenuti, con la conseguente difficoltà nel garantire la continuità di percorsi necessari all'umanizzazione di un luogo altrimenti insostenibile». Pochissime, solo alcune decine, «sono le persone detenute, uomini e donne, che sono impegnate in attività lavorative - sostengono Cucchi, Floridia e Guarda - e solo 65 su 540 in attività di formazione professionale».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino