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VENEZIA - Era contento che sua figlia fosse venuta a lavorare e vivere a Venezia, una città che riteneva sicura. Invece, proprio tra le calli lagunari, la sua «bambina» ha rischiato di essere stuprata. Ora, passata la prima, grande paura, il padre della 25enne aggredita sessualmente, sabato notte, mentre rientrava nella sua casa di Cannaregio, ci tiene a ringraziare la città. Innanzitutto le forze dell’ordine che hanno arrestato il violentatore: un 50enne di Romano d’Ezzelino, Patrizio Bragagnolo, ora in carcere a Santa Maria Maggiore. Ma anche i veneziani che, quella notte, prima hanno risposto alle grida di aiuto della ragazza e poi hanno guidato la polizia sulle tracce dell’uomo in fuga.
LA TESTIMONIANZA
Un padre ancora sconvolto per quanto accaduto.
L’ARRESTATO
Oggi intanto Brugagnolo comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari, Gabriele Stigliano Messuti, per la convalida dell’arresto. Dopo tre notti in carcere, potrà difendersi, assistito dal suo difensore, l’avvocato Simone Guglielmin. A disporre l’arresto per violenza sessuale, è stata il pubblico ministero di turno, Paola Tonini. Contro l’uomo c’è il racconto della vittima, che lo ha riconosciuto, così come lo hanno riconosciuto alcuni residenti testimoni della violenza. L’aggressione era avvenuto attorno alle due di notte, a San Girolamo. La ragazza, dopo aver lasciato il gruppo con cui aveva passato la serata, si era sentita seguita fin dalla Strada Nuova. Per questo aveva chiamato un’amica al cellulare. Ma all’altezza della Croce, l’uomo era passato all’azione, aggredendola e gettandole il telefonino in acqua. Una violenza contro cui la ragazza si era difesa con tutte le sue forze. Le sue urla avevano svegliato il vicinato che si era fatto vedere. A quel punto l’uomo era scappato, lasciando la ragazza a terra, piena di graffi e lividi. A rintracciarlo ci avevano poi pensato gli agenti delle volanti.
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