ADRIA (ROVIGO) - La notte di Capodanno del 2017 ha costretto una ragazzina che aveva appena 12 anni, la metà dei suoi, sorella della propria compagna che lo aveva da...
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CON SEGUENZEIl giovane, oggi 27enne, era stato condannato anche al pagamento di un risarcimento ai genitori della vittima, con una provvisionale di 15mila euro ed una di pari entità alla sorella della vittima nonché ex compagna dell'imputato, e di 50mila euro nei confronti della ragazzina che, fra l'altro, avrebbe avuto pesanti ripercussioni psicologiche per quanto accaduto, innestatesi già su una situazione delicata perché precedentemente vittima di atti di bullismo, con quanto accadutole divenuto addirittura oggetto di ulteriore scherno. Un trauma rilevante, che avrebbe profondamente scosso la ragazzina che, tuttavia, inizialmente non ha raccontato a nessuno del rapporto sessuale completo, il primo della sua vita, al quale è stata costretta nelle prime ore del 2017. Ha tenuto tutto dentro di sé, spaventata, turbata e con una sorta di senso di vergogna, come purtroppo spesso accade in simili drammatici casi, oltre che per un giuramento che l'allora 24enne gli avrebbe fatto fare. Solo a distanza di un paio di settimane, dopo che fra l'altro il cognato avrebbe tentato un ulteriore approccio, la ragazzina ha cercato rifugio in due compagne di classe, raccontando loro quanto le era accaduto e di essere preoccupata di poter essere rimasta incinta.
L'INSEGNANTELe due ragazzine, capita la drammatica gravità dei fatti, hanno informato un'insegnante che ha poi convito la 12enne a confidarsi con lei ed a raccontare tutto ai propri genitori che, nel frattempo, aveva provveduto a convocare a scuola per l'indomani. Proprio la chiamata della scuola per un incontro, riferita dalla sua compagna che ancora era all'oscuro di tutto, ha fatto scattare nel 24enne la consapevolezza che quanto fatto stava venendo alla luce. Subito ha chiamato la 12enne invitandola a rispettare il giuramento fatto. Poi, all'alba, si è presentato a casa dei genitori di lei, ammettendo di aver commesso un errore, e dicendo di essere stato provocato perché lei si era messa in reggiseno davanti a lui. Poche ore dopo è scattato l'arresto, eseguito dai carabinieri di Adria coordinati dal sostituto procuratore Monica Bombana, con la custodia cautelare in carcere, a Verona, dove il 27enne è rimasto fino al settembre successivo, quando ha ottenuto i domiciliari. Durante la fase delle indagini preliminari, era stata sentita anche, con la formula dell'incidente probatorio, la testimonianza della vittima nelle cui contraddizioni aveva vanamente tentato di insinuarsi la difesa del 27enne che è riuscita comunque a far riconoscere, in appello, le attenuanti generiche.
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino