Stuprata in spiaggia a 15 anni: «Mi aveva detto di essere maggiorenne»

JESOLO - Emergono nuovi particolari sullo stupro della settimana scorsa avvenuto nella zona di piazza Mazzini. Il senegalese arrestato dalla Squadra mobile di Venezia, Mohamed...

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JESOLO - Emergono nuovi particolari sullo stupro della settimana scorsa avvenuto nella zona di piazza Mazzini. Il senegalese arrestato dalla Squadra mobile di Venezia, Mohamed Gueye da tempo noto alle forze dell'ordine, nel corso dell'interrogatorio davanti giudice avrebbe anche sostenuto che la ragazza gli aveva detto di essere maggiorenne. Un dettaglio non marginale, quello venuto a galla in questi giorni, visto che la giovane, in realtà, ha solamente 15 anni. A tal proposito va ricordato che l'africano ha sempre affermato che la vittima a suo parere sarebbe stata consenziente e che quindi non ci sarebbe stata alcuna violenza visto che il rapporto sessuale sarebbe stato del tutto normale. Una dichiarazione, questa, che ora dovrà essere analizzata nel dettaglio dalla  Procura lagunare che, proprio in questi giorni, sta continuando a sentire le testimonianze gli amici della ragazza e sta anche raccogliendo altre informazioni per fare piena luce sul grave episodio avvenuto a Jesolo. Gueye, che ora si trova rinchiuso in carcere, aveva anche detto che quella notte la ragazza gli aveva chiesto una sigaretta, probabilmente uno spinello, ma che lui si era rifiutato di dargliela. Resta poi confermato il fatto che l'africano si era poi allontanato di fretta dalla zona di piazza Mazzini proprio perchè, essendo in possesso di questo spinello contenente marijuana, temeva di essere fermato e sanzionato dalle forze dell'ordine. Ora il pubblico ministero Massimo Michelozzi, titolare della delicata inchiesta per la quale l'amministrazione comunale di Jesolo ha già annunciato di volersi costituire parte civile, dovrà definire nel dettaglio, sulla base di riscontri effettivi, i dettagli mancanti di questo grave episodio. E stabilire quali dichiarazioni hanno trovato un'effettiva conferma.

Intanto a pesare sulla posizione del presunto violentatore è la sua fedina penale. Ogni giorni che passa emerge infatti qualche nuovo particolare che conferma il ritratto iniziale di quello che si definisce un delinquente abituale dedito per lo più a furto, spesso rubricati in rapine per le sue reazioni violente e aggressive. Così si scopre che Gueye, detto Mario, era stato colpito dal provvedimento di divieto di tornare a Jesolo e che tale misura era scaduta appena lo scorso 17 luglio. Il suo nome tra le forze dell'ordine comincia a girare nel 2014, quando si becca una denuncia per ubriachezza, poi quel furto in casa a Venezia con cui ha ripagato l'ospitalità di alcuni studenti, che gli è costato manette e condanna. Quindi il decreto di espulsione mai eseguito nel 2016 e un altro divieto di ritorno stavolta nel comune di Marcon, dove ha vissuto per un periodo pare a casa della sorella. E l'anno prima il furto di un cellulare all'interno della discoteca Supersonic di San Biagio di Callata. Lo scorso anno è finito nei guai per aver rubato il portafoglio a un cliente in un ristorante di Riccione.
G.P.B.© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino