Poco più di un mese di tempo per rottamare la propria vecchia stufa e ottenere un contributo per l'acquisto di un nuovo impianto di riscaldamento. Per la precisione:...
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Ma perché dare un contributo a chi cambia la stufa? L'iniziativa, voluta dall'assessore all'Ambiente Gianpaolo Bottacin, mira a contenere l'inquinamento atmosferico. È il riscaldamento domestico, infatti, a incidere in maniera assolutamente preponderante sull'inquinamento dell'aria, raggiungendo a livello veneto valori percentuali che sfiorano il 70%. Tra le sostanze presenti in atmosfera particolare attenzione meritano le polveri fini, il biossido di azoto, il monossido di carbonio, i composti organici volatili, il black carbon. In particolare le emissioni di polveri fini Pm10 primario dovute al riscaldamento domestico a biomassa hanno valori che incidono da un minimo del 50% a Verona a un massimo del 89% a Belluno, con una media veneta che si attesta al 69%.
IL CONFRONTOIl traffico stradale, per fare un raffronto, incide solo per il 12% su base regionale con un minimo a Belluno pari al 4% e un massimo a Verona con il 21%. Anche a livello nazionale i dati non si differenziano in maniera sostanziale con un 59% per il riscaldamento e il 12% per il traffico stradale; leggermente più alto il problema traffico nel Bacino Padano, dove si ha per il riscaldamento un 55% e per il traffico stradale 20%, ma con il Veneto in controtendenza. Ebbene, le emissioni di polveri fini di caminetti e stufe sono molto rilevanti. Tra l'altro l'utilizzo degli apparecchi a legna è aumentato negli ultimi quindici anni a causa del costo ridotto per l'approvvigionamento del combustibile. Peccato che l'uso delle biomasse in piccoli e vecchi apparecchi domestici provochi un maggiore inquinamento rispetto all'uso di gas e gasolio.
Di qui la decisione della Regione Veneto di rottamare le vecchie stufe prevedendo contributi economici fino al 50% della spesa per un massimo di 5.000 euro a seconda del tipo di impianto acquistato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino