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RONCADE - «Scusi professoressa, devo dirle una cosa: una mia amica è stata abusata dal papà». Ma la verità era un’altra e terribile: ad aver subito violenza da parte del genitore sarebbe stata lei, che per vergogna si è rivolta all’insegnante fingendo di aver bisogno di un consiglio da dare alla compagna. Per i fatti che sono ora al vaglio dei giudici che compongono il collegio (Francesco Sartorio, Leonardo Bianca e Marica Loschi) un 57enne di Roncade è a giudizio con l’accusa di aver sottoposto la figlia a violenza sessuale. Lei, oggi diventata maggiorenne, si è costituita parte civile con l’avvocato Michela Nasato mentre l’imputato è difeso dal legale di fiducia, l’avvocato Monica Cuniglio.
I FATTI
Due gli episodi di cui è accusato l’uomo. In una prima occasione, il 29 settembre del 2018, si sarebbe infilato nel letto della figlia, l’avrebbe fatta girare e le avrebbe accarezzato il seno. Il 30 dello stesso mese, invece, l’avrebbe anche toccata nelle parti intime e costretta a masturbarlo. La vicenda viene alla luce nell’ottobre successivo. La ragazza, all’epoca dei fatti 16enne, infatti, che da tempo frequentava il Liceo artistico di Treviso, si rivolge alla propria insegnante di inglese, che nell’udienza di ieri è stata chiamata al banco per la propria deposizione. «Era una ragazza di cui ti accorgi poco -ha spiegato la professoressa- una di quelle che non creano problemi ma neppure una brillante. Mi ha confidato di essere preoccupata per un’amica che sarebbe stata molestata dal padre. Io le ho detto che la cosa migliore era rivolgersi a un centro contro la violenza sulle donne». L’insegnate fa il nome di uno di questi centri, con cui i ragazzi della sua classe avevano avuto dei contatti attraverso un programma di alternanza scuola-lavoro. Qualche tempo più tardi però scopre che è la giovane che avrebbe subito la violenza. Nel frattempo scattano subito le indagini e la ragazza viene collocata in una struttura protetta, che oggi ha abbandonato per andare a vivere da una parente all’estero.
DINAMICHE FAMILIARI
Il contesto in cui sarebbe maturata la presunta violenza ai danni della studentessa minorenne è abbastanza particolare. «Il comportamento del padre è inspiegabile -abbozza l’avvocato di parte civile- la trattava come una principessa, semmai è con la madre che aveva una rapporto conflittuale». «Ma proprio questo -argomenta il difensore- può essere una chiave per capire il suo comportamento.
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Il Gazzettino