Black Lives Matter, quattrocento in piazza a Udine: sono i figli friulani degli immigrati in Italia

Black Lives Matter, quattrocento in piazza a Udine: sono i figli friulani degli immigrati in Italia
UDINE Ispirati al movimento Black Lives Matter tornato alla ribalta dopo i fatti di Minneapolis, in quattrocento si sono ritrovati oggi pomeriggio, martedì 10 giugno, in...

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UDINE Ispirati al movimento Black Lives Matter tornato alla ribalta dopo i fatti di Minneapolis, in quattrocento si sono ritrovati oggi pomeriggio, martedì 10 giugno, in piazza XX Settembre a Udine per la loro protesta ispirata al movimento afroamericano e in solidarietà per la morte di George Perry Floyd, parlando del paese dove sono nati e dove vivono: l'Italia e il Friuli.


 «Siamo un gruppo di ragazzi friulani di seconda generazione, provenienti da famiglie di origine africana - hanno spiegato gli organizzatori - e il nostro intento è, oltre alla massima solidarietà alla comunità nera statunitense, manifestare insieme per il persistente problema del razzismo in Italia, in Friuli, a Udine. Siamo poco rappresentati, coperti di insulti da moltissime campagne politiche. Siamo discriminati dal punto di vista lavorativo e scolastico, in cui siamo anche poco considerati. Uno dei nostri obiettivi è riuscire a cambiare questa situazione, per poter servire un domani l’Italia con il nostro lavoro e con tutti gli insegnamenti appresi in questo Paese, senza doverci trasferire altrove dopo aver terminato gli studi».


VOGLIA DI CITTADINANZA
«In Italia non è previsto lo Ius soli - incalzano - spesso pur essendo nati e cresciuti in Italia ci ritroviamo a non essere riconosciuti italiani; sarebbe bello essere più parte integrante di un Paese che consideriamo “il nostro” ed essere considerati assieme alla comunità italiana e non più come una comunità di stranieri a sé stante. Alcuni di noi vengono sfruttati e privati di ogni diritto, come i numerosissimi braccianti. Le nostre donne vengono direttamente etichettate come donne dai facili costumi solo perché provenienti dall’Africa. I nostri credo religiosi sono oggetto di paura, veniamo continuamente giudicati solo perché una minoranza commette crimini disumani, ma il fatto che loro lo facciano non ci rende tutti criminali».
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Il Gazzettino