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SAN DONÀ - Sa che lo deve fare. Nonostante lo strazio che le attanaglia il cuore. Trovare il coraggio di parlare anche per le altre mamme, per i papà, per le sorelle e per i fratelli che, al pari di lei, hanno perso per sempre la loro ragione di vita in quel pulmino che lungo l'A4 per sei persone si è trasformato in una bara di lamiere aggrovigliate. Cristina Codicè oltre che madre di una delle vittime è la presidente dei Centro 21 ed è in questa veste che si dà forza per rilasciare alcune dichiarazioni appena arrivata a San Donà, nella sede del comando della Polstrada, prima tappa del doloroso pellegrinaggio che si concluderà all'obitorio con il riconoscimento della salme. Durante tutto il viaggio, iniziato all'alba, ha cercato di portare conforto ai familiari che, con la sindaca di Riccione Daniela Angelini e il parroco di San Martino, don Alessio Alasia, hanno percorso la distanza fra la città romagnola e quella sul Piave.
IL SALUTO
La sua Maria, 34 anni, l'ha salutata il giorno prima, attorno alle 11.30. «Era felicissima, non stava nella pelle.
LE LACRIME
Negli occhi lucidi le tracce di una notte passata insonne consumando lacrime e ricordi. Ha appena raccolto gli effetti personali di Maria, quelli che gli agenti della Stradale hanno recuperato sul luogo dell'incidente, la borsa con i vestiti, il telefonino. «Adesso avremo una prova ancora più dura, quella del riconoscimento delle salme in obitorio. Con noi ci sono anche degli psicologi. Si deve fare anche questo». L'unica sopravvissuta è Romina Bannini, l'educatrice di 36 anni ricoverata in gravissime condizioni a Treviso. «Romina ha già raggiunto i ragazzi dei quali era innamorata. Quando i medici dichiarano al morte cerebrale c'è poca speranza, purtroppo. Spero di riuscire a passare da lei e dai suoi genitori», dice Cristina. Sulla dinamica del tamponamento Codicè non ha dubbi: «Si è trattata di una fatalità. Non cerchiamo nessun colpevole. Massimo era una persona fantastica. Era con noi dal 2014, quando aveva concluso il suo percorso politico come sindaco. Dedicava tutto se stesso al Centro 21. Siamo e restiamo un'unica grande famiglia: il più grande era Alfredo con i suoi 42 anni, il più piccolino ha sei anni. In tutto sono una sessantina i ragazzi e le ragazze che aiutiamo a trovare il loro posto nel mondo».
LA SUPERSTITE
Sono sempre «molto gravi» le condizioni cliniche di Romina Bannini, la 36enne coinvolta nell'incidente sulla A4, costato la vita a sei persone. La paziente resta ricoverata in terapia intensiva, con prognosi riservata. L'azienda Ulss della Marca Trevigiana l'ha comunicato stamani, 9 ottobre.
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