La storica osteria Ae Rode di Paese riapre. Carletto passa il testimone allo chef Alessandro

La storica osteria Ae Rode di Paese riapre. Carletto passa il testimone allo chef Alessandro
PAESE (TREVISO) - Riapre lo storico “Carletto ae rode”. La celebre trattoria, entrata di diritto nella tradizione locale, ritorna, con grande gioia dei suoi fedeli...

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PAESE (TREVISO) - Riapre lo storico “Carletto ae rode”. La celebre trattoria, entrata di diritto nella tradizione locale, ritorna, con grande gioia dei suoi fedeli clienti, dopo quasi un anno di inattività. A riaprire il locale (sabato mattina alle 10 l’inaugurazione) è Alessandro Nasato, chef e ristoratore trevigiano formatosi alla scuola alberghiera di Castelfranco, che ha già dimostrato in questi anni tutte le sue qualità ai fornelli di diversi ristoranti trevigiani e non solo. La sfida, ora, è quella di rilanciare la storica trattoria, privilegiando vini e materie prime locali e mantenendo lo spirito originario di una cucina legata al territorio, com’era costume di “Carletto ae Rode”.


TRADIZIONE E INNOVAZIONE
L’ottica è quella di recuperare la tradizione e di riproporre i sapori locali, ma in una chiave nuova, più moderna. Il valore aggiunto apportato da Alessandro Nasato, infatti, sarà l’utilizzo di tecniche di cottura innovative, che si sono sviluppate negli anni intercorsi dall’apertura dell’osteria “Ae rode” ad oggi e che il nuovo proprietario ha messo a frutto in anni di attività in ristoranti blasonati e grandi alberghi. L’antico locale di Paese prende il nome, com’è risaputo, dal suo storico proprietario, Carlo Durigon all’anagrafe, ma da tutti conosciuto come “Carletto Ae Rode” o “Carlo dei Cavai”, che lo aveva aperto con la moglie Mariuccia in via Monsignor Breda, tra Paese e Santa Cristina, negli anni Settanta, dopo otto anni passati a fare il cameriere alla stazione Siamic di Treviso. Pioniere dell’aperitivo come lo intendiamo oggi, il cosiddetto happy hour, Carletto è stato il primo della zona a offrire nella sua storica osteria vaschette di patatine, fritte in casa, accompagnate da una scodella di vino Clinton, quando ancora nessuno conosceva il significato di questa parola. «Sono stato il primo nel trevigiano che si è messo a friggere le patate offrendole con una scodella di vino Clinton, che allora si poteva ancora vendere» aveva dichiarato in un’intervista. Nei primi anni Settanta, quando aveva aperto l’osteria, arrivavano da tutta la Marca, e anche oltre, per assaggiare questa sua specialità. L’osteria “Ae rode” ha visto così avvicendarsi generazioni su generazioni, fino ad un anno fa, quando ha chiuso i battenti. Il locale è stato fondamentale nella vita di Carletto, che ha passato oltre quarant’anni dietro a quel bancone, ma questa non è l’unica ragione per cui è così famoso nella Marca.


IL PERSONAGGIO


Non c’è praticamente un trevigiano che non l’abbia incrociato almeno una volta mentre, vestito di tutto punto, cilindro in testa, giacca scura con mille spille e due campanacci, guidava la carrozza trainata dai suoi amati cavalli. «Me lo immagino che si aggira soddisfatto e sorridente tra le sale dell’Osteria da lui creata con tanta passione - racconta Alessandro Nasato, pronto a farsi carico dell’importante eredità - Oggi che ha 81 anni vede il locale rinascere dopo quasi un anno di inattività, dopo che l’ho rilevato e risistemato. Intendo mantenere lo spirito da osteria con cucina che aveva reso famoso “Carletto Ae Rode” in tutta la provincia, proponendo cicchetti, patatine, soppressa e vino buono». Carletto e i cavalli sono un binomio che non può non andare di pari passo, ma lo sono anche Carletto e la beneficenza: in quasi mezzo secolo, infatti, Carlo Durigon ha girato per scuole, ospedali, case di riposo e strutture per disabili, donando a tutti un sorriso o un ferro di cavallo portafortuna. Girava per le feste della Marca, lo invitavano alle cerimonie ed era un ospite sempre richiestissimo a vari eventi. Ed ancora oggi che i cavalli sono meno numerosi, il locale è caratterizzato da una grande testa di Cavallo, vicino all’ingresso, ferri di cavallo, ruote di carro appese, finimenti e pezzi di carrozza che ricordano tempi ormai trascorsi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino