Stop al centro commerciale: il castello del Catajo è salvo (per ora)

Stop al centro commerciale: il castello del Catajo è salvo
 La vista attorno al Castello del Catajo è salva. Con due sentenze pubblicate ieri, il Tar del Veneto ha bocciato i ricorsi presentati da una società...

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 La vista attorno al Castello del Catajo è salva. Con due sentenze pubblicate ieri, il Tar del Veneto ha bocciato i ricorsi presentati da una società immobiliare e da un fondo americano contro il vincolo di tutela, che un anno fa era stato apposto sul complesso monumentale dei Colli Euganei. Almeno in primo grado, dunque, stop al progetto di un centro commerciale a Due Carrare, un'operazione che per la sua imponenza avrebbe coinvolto anche i Comuni termali di Battaglia e Montegrotto. Secondo quanto riassumono i giudici amministrativi, all'interno di un'area di 15 ettari lungo l'autostrada A13, la società Deda puntava a realizzare una struttura coperta da 38.000 metri quadrati, lunga 300 metri lineari e alta 12 e in certi punti 15, nonché a costruire «una collina per mitigare e schermare la vista della struttura commerciale dal Castello del Catajo». La reggia sorge a circa un chilometro di  distanza e, in virtù di tre vincoli di tutela diretta (emessi nel 1925, nel 1930 e nel 1964), è stata dichiarata «di interesse culturale particolarmente importante». L'ulteriore vincolo di tutela, questa volta indiretta, era stato emanato dalla Soprintendenza nel 2018, aveva un'estensione di 3 chilometri quadrati e comportava l'inedificabilità dell'area prescelta per l'investimento. Per questo l'immobiliare aveva chiesto al Tar non solo l'annullamento di quella misura, ma pure un risarcimento pari a 250.000 euro per ogni mese di ritardo, 500.000 all'anno per la mancata redditività e 20 milioni in caso di abbandono dell'iniziativa da parte dell'utilizzatore o acquirente finale. A rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale era stata anche la cessionaria dei crediti ipotecari Devar Claims, nell'interesse economico del fondo statunitense Varde.

LE MOTIVAZIONI

Quest'ultimo ricorso è stato dichiarato inammissibile, mentre l'altro è stato respinto nel merito. Le motivazioni hanno accolto diversi passaggi delle ragioni sostenute sia dal ministero dei Beni Culturali che dal comitato Lasciateci respirare di cui fanno parte le associazioni di categoria e ambientaliste. In particolare l'esigenza «di salvaguardare l'ampio complesso di beni tutelati dal vincolo diretto (che non è costituito solo dal Castello del Catajo) rispetto alla più vasta cornice ambientale con cui tale complesso di beni costituisce un unicum inscindibile». (a.pe.)
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Il Gazzettino