STIENTA - Una convivenza durata appena due anni perché subito trasformatasi in un inferno, fra schiaffi, pugni e calci. Lui, un 28enne albanese residente a...
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Un ulteriore episodio, sempre nel capo d'imputazione, sarebbe avvenuto nel luglio 2016: impugnando un coltello, le avrebbe detto: «Ti taglio la testa, ti strappo il cuore con le mani».
Per circa due anni, dall'agosto 2014 quando sono andati a convivere a Stienta, fino al dicembre 2016, la donna ha sopportato in silenzio, poi ha trovato la forza di ribellarsi, dicendo anche di essere stata a un passo dal suicidio. In aula, pur non figurando fra le accuse formulate nei confronti dell'imputato, si è parlato anche di come lui avesse tagliato le orecchie al proprio pitbull, con un paio di forbici da cucina, perché voleva che stessero dritte, così come descritto nei dettagli dalla madre della vittima ed ex suocera dell'imputato.
Diametralmente opposta la versione che ha fornito il 28enne: «Mai alzato le mani su di lei, né su nessun altra donna. A mio figlio voglio bene e sono mesi che lei non me lo fa vedere. Il cane vive ancora con me ed è bello e sta benissimo. È un rottweiler, gli ho tagliato le orecchie insieme al mio amico Giulio, che in Albania faceva il veterinario. Si fa per estetica e contro le infezioni alle orecchie. Non mai alzato le mani su di lei. Il vero problema è sempre stata sua madre. Era sempre tra i piedi. Si è tagliata i capelli perché voleva cambiare vita, dopo che avevamo litigato. Ma il suo tentativo di suicidio in bagno con un coltello non esiste, se c'era qualcuno che era finito in depressione in quel periodo ero proprio io».
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Il Gazzettino