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TREVISO - «Gli autovelox tendono più a fare cassa che non a fare sicurezza. Tra l’altro producono anche effetti paradossali: chi se lo può permettere paga la multa senza problemi e poi torna a comportarsi come prima, mentre chi non se lo può permettere di fatto paga dazio due volte. Credo che si debba lavorare più su sanzioni come la sospensione della patente invece che su sanzioni pecuniarie. Le multe rappresentano un deterrente, per l’amor del cielo, però creano dei problemi alle famiglie». A parlare è Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso e guida dell’Unione delle Province del Veneto.
I CASI
La discussione sull’utilizzo degli autovelox fissi resta accesa. Il caso più emblematico è quello di Cadoneghe: l’indagine richiesta dal Comune del padovano, avviata dall’avvocato Antonio Greco, ha evidenziato che ci sono gli estremi per l’annullamento in autotutela delle 58mila multe della discordia. Restando nella Marca, il Giudice di Pace di Treviso ha già accolto una serie di ricorsi annullando le relative multe staccate dall’autovelox lungo via Kennedy a Vallà di Riese. In base alle sentenze, la postazione fissa non risulta idonea per strade dove le banchine laterali non permettono la fermata del veicolo senza intralciare la circolazione. Non basta. Dopo mille multe in due mesi, l’autovelox che era stato installato in via Peschiere a Conscio (questo attivo solo con la pattuglia nelle vicinanze) è stato preso d’assalto: qualcuno l’ha prima “accecato” con lo spray nero e poi reso inservibile tranciando i cavi. Il Comune di Casale ne ha già annunciato il ripristino. Ma a livello generale i nodi rimangono.
LA FORMAZIONE
Sul fronte della formazione la Provincia è in prima linea. Il Sant’Artemio ha da poco riavviato le lezioni di sicurezza stradale per gli studenti delle superiori. Anche con la collaborazione di Cav, concessioni autostradali venete. Nelle classi vengono proiettati video choc per far capire ai ragazzi cosa accade in uno scontro. Il professor Marino Biscaro ha già incontrato gli studenti del Duca degli Abruzzi di Treviso. E altri 16 istituti hanno già richiesto le lezioni da qui a gennaio: Canova, artistico, Palladio, Riccati-Luzzatti e Fermi-Giorgi di Treviso, Planck di Lancenigo, Veronese di Montebelluna, Sansovino e Obici di Oderzo, Fanno di Conegliano, Galilei di Castelfranco, Einaudi-Scarpa di Montebelluna, Città della Vittoria di Vittorio Veneto, Berto di Mogliano. «Bisogna invertire il drammatico andamento degli incidenti. E ciò è possibile esclusivamente se si rendono i conduttori di automezzi consapevoli dei rischi che ci sono guidando senza rispettare le regole – tira le fila Marcon – la prima causa degli incidenti resta la disattenzione, soprattutto il telefonino. Con questo progetto vogliamo formare i ragazzi sui rischi che ci sono nell’affrontare la strada in un modo non corretto. Per la stessa ragione, in più, potrebbe essere una buna idea definire a un certo punto una sorta di revisione della patente, un aggiornamento, in modo da aumentare la consapevolezza anche in chi magari si considera esperto».
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