ADRIA - Dal set, dove ha interpretato un ex pilota di rally, alle corse vere. L'attore Stefano Accorsi dopo il David di Donatello per il film Veloce come il vento è...
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Accorsi, con quale stato d'animo è salito in auto?
«L'emozione era tanta, una volta toccato il sedile, imbrigliato dalle cinture e impugnato il volante, ho cercato di fare quello che so fare. Come faccio nel mio mestiere. Una emozione del tuo lavoro da paragonare al debutto in pista? Quando Pupi Avati mi chiamò per andare in America a girare Fratelli e Sorelle. Avevo 20 anni e qualche piccola esperienza, ma quello fu l'avverarsi di un sogno che avevo dai 6 anni. Allora come oggi l'emozione fu attenuata da un senso di protezione che ho sentito sia in Avati che in Massimo».
La passione per i motori quando è nata?
«Girare Veloce come il vento mi ha stuzzicato. La passione però me l'ha trasmessa un mio cugino, meccanico, che mi raccontava tutto sui motori»...
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Il Gazzettino