Stefanel, posti a rischio: 800 lavoratori con l'incubo esuberi

Stefanel, posti a rischio: 800 lavoratori con l'incubo esuberi
PONTE DI PIAVE - Molti di loro, dalla fine della prossima settimana, godranno di un periodo di ferie per le festività natalizie. Ma non saranno vacanze all'insegna...

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PONTE DI PIAVE - Molti di loro, dalla fine della prossima settimana, godranno di un periodo di ferie per le festività natalizie. Ma non saranno vacanze all'insegna della serenità per i lavoratori della Stefanel. Non potrebbe essere altrimenti: ieri il gruppo dell'abbigliamento di Ponte di Piave, gravato da un debito di 64 milioni e da una perdita, al 30 settembre, di 20,9 milioni, ha presentato domanda di concordato in bianco. La decisione si tratta del secondo ricorso a questa procedura nel giro di due anni - torna ad alimentare le preoccupazioni per il futuro dell'azienda e dei suoi addetti. Timori emersi appieno nell'assemblea tenuta ieri mattina dagli 89 dipendenti diretti del quartier generale (dove sono concentrare le attività creative e amministrativo-gestionali, essendo la produzione  da tempo esternalizzata), ai quali si aggiungono altre undici persone tra l'outlet e il punto vendita di Treviso. 


L'APPRENSIONE
«Dopo un rilancio promesso e non avvenuto, i lavoratori legittimamente chiedono risposte e rassicurazioni relativamente al sito di Ponte di Piave e all'eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali», conferma Cristina Furlan, segretaria provinciale della Filctem Cgil, di fatto l'unica sigla presente in azienda. A generare apprensione nel sindacato sono soprattutto alcuni passaggi del comunicato diffuso dall'industria trevigiana, di cui Bepi Stefanel è presidente, ma la cui maggioranza è in mano ai fondi di investimento Oxy e Attestor. In particolare dove si parla di riorganizzazione dei costi fissi per ottenere una riduzione molto significativa del punto di pareggio e, al contempo, si annuncia la volontà di richiedere l'utilizzo di ammortizzatori sociali, oltre all'intenzione di dismettere una serie di negozi ritenuti troppo grandi o in posizioni non attrattive. Anche se l'eventualità non è mai stata esplicitamente menzionata, non c'è voluto molto ai lavoratori e ai loro rappresentanti per fare uno più e uno e trarre la conclusione di un prossimo rischio di esuberi.

L'INCERTEZZA
Gli addetti Stefanel nella Marca «sono giovani tra i 25 e i 35 anni assunti nell'ultima decade e over 40 in azienda da 20 anni. Sul loro destino lavorativo cala l'incertezza», spiega la sindacalista. In totale, il gruppo conta 800 dipendenti nel mondo, di cui 250 in Italia. «In gioco c'è poi tutto l'indotto del sito trevigiano continua ovvero i laboratori di maglieria che operano per Stefanel, e che si sono già visti costretti a licenziare a causa del calo delle commesse, ma anche le ditte di logistica, essendo polo per tutta l'Italia e per l'estero». 

STIPENDI E TREDICESIMA

Unica buona notizia: l'azienda ha già provveduto a saldare la prima parte degli stipendi di dicembre e la tredicesima, che altrimenti sarebbero state congelate in caso di accoglimento della domanda di concordato. La Filctem è pronta ad attuare tutte le azioni necessarie. Già per lunedì prossimo ha richiesto un incontro con i rappresentanti dei fondi proprietari e pensa a una nuova assemblea cui partecipi anche la dirigenza aziendale: «Ora è il momento che sveli il proprio piano, perché i dipendenti, e le loro famiglie, chiedono rassicurazioni in merito al posto di lavoro rimarca Furlan - Non di meno vogliamo chiarezza relativamente all'utilizzo che l'azienda intende fare degli ammortizzatori sociali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino