Sacile, la stazione ferroviaria senza i bagni e la sala d'attesa. Le proteste di viaggiatori e macchinisti

Siringhe e vandalismi hanno reso inagibili ancora una volta le toilette.

Sacile la stazione ferroviaria senza bagni e sala d'attesa
SACILE - Sia il bagno che la sala d'attesa della stazione ferroviaria sono chiusi. L'assenza di una toilette funzionante è particolarmente grave e se ne sono...

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SACILE - Sia il bagno che la sala d'attesa della stazione ferroviaria sono chiusi. L'assenza di una toilette funzionante è particolarmente grave e se ne sono lamentati tutti: studenti e pendolari, perfino i macchinisti. Spiega il gestore del bar della stazione: «Se guidi un merci, dove non ci sono bagni, è per te essenziale poter contare sulla stazione in cui ti fermerai magari solo per qualche minuto». «Il problema - spiega un cliente fisso del locale - si ripresenta periodicamente e sembra che non si riesca a trovare una soluzione. Senza dubbio è molto scomodo per chi frequenta spesso la stazione». In pratica, il bagno viene messo spesso fuori uso da piccoli atti vandalici e dal cattivo uso che ne fanno alcuni personaggi. «Qualche tempo fa era il caso di una ragazza un po' problematica, una giovane donna che però non vediamo più da tempo. Negli ultimi mesi invece il suo posto è stato preso da un uomo - spiega il barista -. Non un barbone, beninteso. Però una persona che non sembra avere una casa e che spesso molti hanno notato ai bagni e in generale in questa zona ad ore improbabili. Mi è capitato di vederlo uscire dalla toilette alle 5.30 del mattino». Gli fa eco un cliente che assicura di aver capito il meccanismo che causa i danni più seri: «Si tratta di un soggetto che usa quel bagno per lavarsi e la carta come asciugamano che poi getta nello scarico, intasandolo». Questo, più svariati danni ed inconvenienti poco piacevoli causati da persone di vario genere.


I PROBLEMI
Ancora il gestore del bar: «È capitato di trovare siringhe e altri oggetti legati ai tossicodipendenti nel bagno delle signore, mentre in quello maschile teppisti rompono frequentemente lo sciacquone o le altre suppellettili. Forse una parziale soluzione sarebbe limitare l'orario di apertura dei bagni parificandolo a quello della biglietteria». Fino a due settimane fa restavano aperti fino a mezzanotte, quando l'addetto di una società di vigilanza passava a chiudere. Idem per la riapertura del mattino. Il gestore del bar della stazione, presente ormai da sei anni, racconta che non si tratta di problemi nuovi, ma anzi che si ripetono con una certa frequenza, anche se magari il bagno non è mai rimasto chiuso così a lungo. «Un servizio a cui la stazione non può certo rinunciare», ma forse Rfi comincia a faticare a star dietro alla costante e costosa manutenzione.


L'IPOTESI
Magari basterebbe una figura simile al vecchio capo stazione, quello che spesso viveva con la famiglia nello stesso edificio. «L'appartamento qui sopra - ricorda il gestore del bar, indicando il piano superiore - è libero da un sacco di tempo». Forse tornerà ad essere occupato quando riparare i danni diverrà più costoso che assumere un guardiano. O forse quei tempi sono semplicemente passati.


L'ASSENZA


Altro problema, simile per le cause che l'hanno scatenato, è la chiusura della sala d'attesa. Con le temperature che cominciano a farsi più rigide, poter contare su una stanza calda e qualche posto a sedere in più dei pochi presenti nell'anticamera ai binari non sarebbe brutta cosa. La sala d'attesa però è chiusa, anche questa da due settimane e non c'entrano i vandalismi. «Era rimasta chiusa a lungo, anche sporca. Poi l'anno scorso l'avevano ripulita. È stata riaperta per un po', forse qualche mese, e poi l'hanno richiusa perché lo stesso soggetto del bagno se ne stava impossessando», spiega sconsolato il barista. Un quadro piuttosto desolante, per la stazione di Sacile che già patisce, come molte altre, il fenomeno delle biciclette abbandonate perché rubate, oppure chiuse alla rastrelliera, ma cannibalizzate da ladri che se ne rubano i pezzi. Anche questo un problema che è di Rfi e che non trova soluzione.

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Il Gazzettino