UDINE e GORIZIA - Il personale del comparto del servizio sanitario nazionale dipendente delle unità operative di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza...
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«A oggi, 26 maggio, non esiste la possibilità, per gli infermieri del Pronto Soccorso di Gorizia, di una programmazione ferie estive poiché con l'organico attuale non vi è possibilità alcuna di garantire per tutto il personale la possibilità di usufruire del proprio periodo di ferie senza sguarnire il pronto soccorso; il personale del Pronto Soccorso di Monfalcone si è trovato ad affrontare numerosi turni con un numero di persone in turno al di sotto dei contingenti minimi previsti dall’azienda stessa; si è giunti al paradosso di avere più personale infermieristico in turno in un giorno di precetti per lo sciopero piuttosto che in un normale giorno lavorativo; nei pronti soccorsi di Palmanova e Latisana il personale che opera all’interno del Pronto Soccorso, nel turno, è lo stesso che esce in ambulanza per il soccorso territoriale e, qualora si presenti un codice rosso, di emergenza assoluta, escono due infermieri sull’ambulanza lasciando così un solo infermiere in Pronto Soccorso che deve occuparsi di triage, visita e osservazione dei pazienti. Questo infermiere deve sperare che in area d’emergenza (reparto separato dal Ps) un infermiere possa liberarsi, se la situazione è stabile, per dare una mano, ma essendo un’area d’emergenza questo accade di rado».
«Spessissimo sulle ambulanze oltre a un infermiere c’è un unico autista\soccorritore mentre si prevede per una equipe Als la presenza di 3 persone in totale a bordo sia per carichi di lavoro sia per corretta organizzazione delle emergenze e urgenze. I cambiamenti negli anni, con chiusure di unità operative, e lo stesso piano regionale hanno portato a definire i Pronto Soccorsi non più come dei punti di primo soccorso ma come delle realtà in cui l'intensità di cura del paziente e senza dubbio sub intensiva e a tratti anche intensiva. Monitoraggi e manovre di cardioversione elettrica, osservazioni che durano giorni, gestione tracheostomie, trasfusioni, isolamento pazienti infetti, ventilazioni con pressione positiva, trombolisi, gestione emorragie cerebrali non trattabili chirurgicamente, la stessa carta dei servizi definisce che essi sono pronti soccorsi e aree d'emergenza».
«In questa situazione disastrosa in cui gli infermieri de pronto soccorso stanno lavorando però l'azienda continua a spremere istituendo a isopersonale nuovi servizi quali la trombolisi diurna in pronto soccorso. Ma non si sono solo limitati a ciò ma hanno proposto ad esempio al personale di Gorizia di coprire dei turni aggiuntivi nei propri riposi pagandoli in prestazione aggiuntiva a 30 euro/ora. Tale proposta è stata immediatamente rifiutata dal personale. In questo caso all'azienda poco importa del recupero psicofisico e dei diritti perché la priorità è garantire con le stesse persone, anzi sempre meno, il servizio promesso alla cittadinanza. È una situazione in cui i lavoratori di questo reparto non sono più disposti a tirare sulla loro pelle una coperta sempre più corta ma ora si attendono una risposta forte e una regolarizzazione de lavoro che venga dai vertici aziendali. Questo per il bene diretto dei lavoratori ma senza dubbio alcuno per il bene diretto del cittadino che rischia oggi di essere servito da persone stanche demotivate o in numero insufficiente nonostante la buonissima volontà degli infermieri in servizio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino