Montegrotto. Niente atti persecutori, 36enne libera: «Non volevo tamponare l'auto della mia ex, non l'ho minacciata». L'accusa cambia in maltrattamenti

Carabinieri
MONTEGROTTO (PADOVA) - Nessun atto persecutorio contro la ex collega, ma piuttosto l'accusa è stata ridimensionata in maltrattamenti in famiglia. Tra l'arrestata,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MONTEGROTTO (PADOVA) - Nessun atto persecutorio contro la ex collega, ma piuttosto l'accusa è stata ridimensionata in maltrattamenti in famiglia. Tra l'arrestata, difesa dall'avvocata Jeannette Baracco, e la querelante c'è stata una relazione sentimentale. Ieri, davanti al Gip Domenica Gambardella, la 36enne si è difesa. «Non volevo tamponare l'auto della mia ex, e non è vero che l'ho minacciata con un coltello e con un mattarello davanti a sua figlia di 14 anni». Il pubblico ministero Claudia Brunino ha chiesto la misura restrittiva degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il giudice invece è stato di diverso avviso. La trentaseienne è stata raggiunta dal divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e da sua figlia. Inoltre dovrà indossare il braccialetto elettronico. La 36enne, detenuta nel carcere di Montorio Veronese, nel tardo pomeriggio di ieri è stata rilasciata.

Tutto ha avuto inizio nel luglio dell'anno scorso, quando la presunta vittima, insieme alla figlia, è andata a vivere dalla 36enne. Tra le due è nato più di un rapporto di amicizia, una vera relazione sentimentale. Ma qualcosa non è andata per il verso giusto e martedì la mamma, insieme alla figlia, si è presentata alla stazione dei carabinieri di Montegrotto per denunciare la sua ex compagna per atti persecutori. Ai militari ha raccontato di essere stata minacciata dalla 36enne con un mattarello e anche con un coltello, sempre davanti a sua figlia. Poi, una volta depositata la querela, ha chiamato al telefono cellulare l'ex amante per dirle di portarle in caserma alcuni oggetti della figlia lasciati a casa sua. La 36enne è salita in auto e si è diretta alla stazione dei carabinieri e quando è arrivata ha speronato la macchina posteggiata della ex collega e compagna. Il fragore delle lamiere ha richiamato l'attenzione degli uomini dell'Arma, che in pochi istanti l'hanno bloccata. «Non volevo colpire l'auto - ha dichiarato davanti al giudice - è stato un errore, mi dispiace». Il suo avvocato al Gip ha fornito una serie di documentazione, mirata a provare l'esistenza di una normale relazione di coppia tra due donne. «Stavamo insieme - ha ripreso la 36enne - e a volte capitava di avere delle discussioni come accade in tutte le coppie, ma io non sono mai stata violenta».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino