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TREVISO - Adesso c’è anche la data: il casello di Spresiano della Pedemontana verrà inaugurato venerdì prossimo, otto luglio, a mezzogiorno. E sarà una cerimonia in grande stile. A fare gli onori di casa sarà il governatore Luca Zaia assieme al sindaco Marco Della Pietra e i primi cittadini della zona: «Sarà una bella cerimonia perché, questa apertura, è una tappa importantissima», sottolinea Zaia.
L’OPERA
Il tratto Montebelluna-Spresiano, di fatto, completerà al 99% il tracciato della superstrada veneta nella Marca. L’ultimo tassello sarà il collegamento con la A/27 e il nuovo svincolo è in via di ultimazione in territorio villorbese. Zaia prevede che per l’autunno sarà completato anche quello. Poi per mettere la parola “fine” definitiva ai lavori per la Pedemontana mancherà solo l’ultimo tratto in terra vicentina con la galleria di Malo. Ma già col casello di Spresiano l’opera sarà pienamente operativa. «Tanto per fare un esempio - sottolinea il governatore - per andare a Vicenza si potrà tranquillamente entrare a Spresiano e impiegarci circa 40 minuti. I trevigiani non saranno più costretti ad andare verso Padova e Mestre e poi risalire». Una rivoluzione.
I COSTI
Con la pedemontana che va ormai verso il completamento, prende sempre più fiato la questione pedaggi: «Parliamo pure di tariffe - dice il governatore - ma bisogna anche ricordare che, per fare gli stessi tragitti, rimane pur sempre la viabilità ordinaria. Nessuno l’ha toccata. E nessuno dice mai che, oltre alla pedemontana, abbiamo già realizzato 68 chilometri di strade di completamento.
LA STORIA
Si avvia quindi verso la conclusione un progetto che affonda le sue radici negli anni Novanta: «Quando si è iniziato a parlare di pedemontana, studiavo ancora - ricorda Zaia - il primo progetto tecnico invece risale al 2002, quando ero in Provincia. La prima gara per assegnare i lavori è stata fatta nel 2006, nel 2009 c’è stata l’aggiudicazione dopo che i contendenti andarono in Tribunale per una vertenza. L’inizio dei lavori risale al 2011. Ci sono stati problemi vari, rallentamenti, il Covid che ci ha tolto almeno un altro paio d’anni. Quando siamo arrivati in Regione inoltre abbiamo trovato 300 milioni di euro da pagare per gli espropri. Abbiamo dovuto anche rivedere l’intero progetto, riprendere in mano tanti aspetti. Alla fine il cantiere vero e proprio è durato non più di nove anni, per quella che è la più grande infrastruttura in costruzione in Italia. A conti fatti possiamo dire che siamo andati a velocità sostenuta».
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Il Gazzettino