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SPINEA - Omicidio aggravato dai maltrattamenti e non più le due accuse distinte. Perché per la pubblico ministero Alessia Tavarnesi, la pressione - fisica e psicologica - che Alexandru Ianosi, 35 anni, romeno, saldatore della Piping System di Mirano, faceva sulla compagna Lilia Patranjel è parte della stessa storia conclusa poco prima della mezzanotte del 22 settembre 2022. La sera in cui Alexandru uccise Lilia.
CORTE D'ASSISE
E l'imputazione di omicidio aggravato dai maltrattamenti è quella che ieri mattina ha portato il giudice dell'udienza preliminare, Antonio Liguori, a mandare a processo il trentacinquenne saldatore davanti alla Corte d'Assise di Venezia perché riti alternativi come l'abbreviato non si possono più chiedere quando la vittima dell'omicidio è un convivente, come in questo caso.
LA CHIAMATA
E alle 5 di mattina del 23 settembre, quella chiamata ai carabinieri che dava realtà all'incubo: «Venitemi a prendere, ho ucciso la mia compagna». Tutto era esploso la sera del 22 settembre: Lilia Patranjel aveva preso il coraggio a due mani per dire al suo compagno che l'avrebbe lasciato, stanca delle violenze che lei aveva denunciato, salvo poi ritirare la querela e bloccare l'iter giudiziario. L'uomo aveva reagito con violenza scagliandosi contro di lei con un coltello da cucina nel salotto del loro appartamento in via Mantegna. «Non capisco perché l'ho fatto, sono semplicemente devastato» aveva detto entrando in carcere. Poi in cella la decisione di piantarsi un manico di scopa in un occhio per punirsi. E a inizio gennaio la confessione.
Il Gazzettino