Elena e il suicidio assistito, la lettera del vescovo: «È difficile prendere posizione». La figlia rompe il silenzio

SPINEA - «È sempre difficile prendere posizione su casi personali singoli, perché è quasi impossibile ...

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SPINEA - «È sempre difficile prendere posizione su casi personali singoli, perché è quasi impossibile


riconoscere i drammi, le fatiche le sofferenze legate a scelte, soprattutto se dolorose ed estreme». È il passaggio di una lettera che il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha inviato a don Angelo Visentin, parroco di Santa Bertilla e di Crea di Spinea (Venezia), rientrante nella diocesi di Treviso, e luogo d'origine di Elena Altamira, la donna che alcuni giorni fa aveva scelto di recarsi in Svizzera per sottoporsi al suicidio assistito. Il messaggio di Tomasi sarà letto domenica prossima nel corso di ogni celebrazione.

«Il primo moto - prosegue il vescovo - è quello della preghiera, per tutte le persone coinvolte, per quanti stanno ora soffrendo, in un momento sicuramente impegnativo. C'è tanto cammino da percorrere insieme, ci sono tante risorse da impiegare, c'è tanto coraggio e coinvolgimento personale da osare e da condividere - conclude Tomasi - anche con coloro che formano e informano su temi di immensa rilevanza e responsabilità che toccano sensibilmente i confini dell'esistenza umana».

A pochi giorni dalla morte della mamma Elena, rompe il silenzio la figlia Cinzia Crivellari. In un commento su un gruppo social ringrazia tutti per la vicinanza. «Io e mio papà volevamo ringraziare tutti coloro che ci hanno manifestato la loro vicinanza».

 

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Il Gazzettino