Chioggia. Di colore, respinto al Cayo Blanco. La telefonata di scuse del gestore

Di colore, respinto al Cayo Blanco. La telefonata di scuse del gestore
CHIOGGIA - «Sono dispiaciuto di quello che è accaduto. Ti faccio le mie scuse». «E io le accetto». È stato questo il cuore del colloquio...

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CHIOGGIA - «Sono dispiaciuto di quello che è accaduto. Ti faccio le mie scuse». «E io le accetto». È stato questo il cuore del colloquio telefonico avvenuto ieri tra Fabio Damian, gestore del Cayo Blanco, e Pietro Braga, il 18enne adriese, di origine etiope, al quale i buttafuori del locale di Sottomarina avevano negato l'ingresso, perché di colore, alcune settimane fa. Quando era scoppiato il caso, Damian aveva manifestato subito il desiderio di parlare con il ragazzo. «Purtroppo, inizialmente non sapevo neppure il suo nome, poi non sapevo il suo numero ma gli ho mandato un messaggio su Facebook». Alla fine il contatto è stato trovato e ne è nata quella telefonata che, almeno un po', rende giustizia al ragazzo, forse anche di più, dal punto di vista morale, dell'azione giudiziaria in corso. «Damian racconta Barnaba Busatto, il legale che rappresenta Pietro e famiglia ci ha tenuto a spiegare che  lui non è assolutamente razzista, che non ha mai dato indicazione di tener fuori gli africani dal locale e ha fatto capire che, alla fine, è stata la security a esagerare». Del resto la querela presentata all'indomani della discriminazione operata nei confronti di Pietro (e che, comunque, prosegue il suo iter) è per violenza privata aggravata dal movente razziale e, per la natura penale, e quindi anche personale, del reato, è rivolta a chi gli ha, materialmente, impedito l'ingresso nel locale. Altra cosa è la responsabilità oggettiva del gestore per i comportamenti del suo personale che è già stata sanzionata con la sospensione dell'attività. 


DAL COMUNE

Al ragazzo, comunque, erano già arrivate anche le scuse istituzionali di Barbara Penzo. «Mi sono sentita di doverlo fare, in quanto consigliere comunale dice la Penzo perché è giusto che la città prenda posizione contro questi episodi. Chiederò anche che Pietro venga invitato in consiglio comunale». Un auspicio simile, quanto meno con una presa di posizione istituzionale che condanni l'episodio, era stato espresso anche da tre consiglieri regionali (Patrizia Bartelle, Piero Ruzzante e Cristina Guarda). Una eventualità che trova il sostanziale consenso del presidente del consiglio, Endri Bullo. «Il mio ruolo impone spiega Bullo di discutere ogni iniziativa nella prossima conferenza dei capigruppo, che si terrà a fine agosto. Osservo anche che questi episodi si traducono in un danno anche per chi non c'entra nulla, dato che, attorno al Cayo Blanco, ruotano altre attività e che si tratta di un episodio con responsabilità personali, non rappresentativo dello spirito di questa città». E se ci fosse l'invito, a quanto pare, Pietro sarebbe disposto ad accettarlo. «Credo proprio di sì conferma il suo avvocato il senso della denuncia era far parlare del problema, sensibilizzare l'opinione pubblica perché non succeda più, perché non succeda ad altri». 
Diego Degan  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino