Spese folli alla vigilia del crac, doppia indagine sulla Accept Srl

Spese folli alla vigilia del crac, doppia indagine sulla Accept Srl
PORDENONE - Rilevare le quote di una società in crisi, mettere al vertice teste di legno e poi svuotarla acquistando beni che nulla hanno a che fare con...

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PORDENONE - Rilevare le quote di una società in crisi, mettere al vertice teste di legno e poi svuotarla acquistando beni che nulla hanno a che fare con l’attività dell’azienda. Fino a spolparla e a provocarne il fallimento. In una provincia come quella di Pordenone, dove i piccoli e medi imprenditori continuano a soffrire la crisi, sono raggiri sempre più frequenti. Sugli ultimi mesi di attività della Accept Srl di Porcia, realtà con sede legale a Ponte di Piave e fallita nel settembre 2012, ha puntato più di un riflettore la Procura di Pordenone. Il sostituto procuratore Federico Facchin ha chiuso le indagini su un’ipotesi di insolvenza fraudolenta denunciata da un’azienda di Zoppola: gli indagati sono due rappresentanti dell’Accept, i cinquantaduenni Giovanni Romanelli di Camino al Tagliamento e Massimo De Simone di Codroipo.


Il fascicolo si incrocia con un’altra indagine. Riguarda un concorso in truffa e bancarotta che ha portato a sei iscrizioni sul registro degli indagati. L’ipotesi di accusa a cui si sta lavorando riguarda la simulazione di un’attività imprenditoriale attraverso l’acquisto delle quote di Accept. Spendendo il nome della Srl di Porcia, sarebbero state acquistate forniture di beni che poi non venivano pagate, proprio come è successo alla Inox 3 di Zoppola. I beni sarebbero stati poi distratti.

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Il Gazzettino