La rana Toro, il topo muschiato, il Pseudorasbora parva... /Ecco i 10 "invasori" del Friuli Venezia Giulia

La rana Toro, il topo muschiato, il Pseudorasbora parva... /Ecco i 10 "invasori" del Friuli Venezia Giulia
UDINE Gli “invasori” sono tra noi. E non bisogna lasciarsi ingannare dal musetto simpatico dello scoiattolo della Carolina, dagli occhioni dolci del cane procione, dai...

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UDINE Gli “invasori” sono tra noi. E non bisogna lasciarsi ingannare dal musetto simpatico dello scoiattolo della Carolina, dagli occhioni dolci del cane procione, dai colori sgargianti della livrea del gambero della Louisiana o dall’aspetto inoffensivo delle piccole testuggini acquatiche vendute ai baracconi. Perché, per altre specie “autoctone”, alcuni di questi animali “alieni”, spesso introdotti come cuccioli di affezione (pet) e poi abbandonati in un ambiente cui non appartenevano, sono una minaccia fortissima. Tanto che l’Ue ha stilato una lista, una sorta di “most wanted” in chiave faunistica, delle dieci specie alloctone cui porre speciale attenzione negli ultimi sei anni nel Friuli Venezia Giulia, imponendo alla Regione di eliminarle. Ma in diversi casi, a sentire gli addetti ai lavori, l’eradicazione resta un’utopia, per molte ragioni, non ultima la carenza di fondi, uomini e mezzi.

 
L’ELENCO
Nella lista delle specie da eradicare ci sono vecchie conoscenze, come l’arcinota nutria, che ormai spopola anche in Friuli, l’aggressivo gambero rosso della Louisiana (portatore sano della “peste del gambero”, che minaccia i gamberi indigeni) o la testuggine palustre americana che ha invaso gli stagni nostrani. Ma non mancano animali meno conosciuti, come la rana toro, il pesce Pseudorasbora parva, il topo muschiato. Nell’elenco delle specie alloctone da eradicare ci sono anche il cane procione, lo scoiattolo giapponese, l’ibis sacro, l’oca egiziana. La lista dei cosiddetti “alloctoni” da eradicare, però, ricorda lo zoologo del Museo friulano di Storia naturale Luca Lapini (che assieme ad alcuni colleghi ha redatto una prima “mappatura” distributiva di alcune specie aliene per conto della Regione), non è completa. Mancano dalla lista il geotritone di Strinati, la rana di Kurt Mueller, il procione, il visone americano, lo scoiattolo della Carolina e altre specie da tempo segnalate nel Fvg, di cui ci si dovrà comunque occupare.
I RISCHI

Fra gli “alieni” più pericolosi, perché più diffusi e più temibili per gli animali originari del Friuli, Lapini include le nutrie (che, però, «rappresentano un problema quasi irrisolvibile», visto che la possibilità di eliminarle in Fvg è «quasi nulla»: ora la Regione si accinge a sperimentare anche il contenimento delle nascite), i gamberi della Louisiana («Molto aggressivi, eliminano anche gli anfibi, attaccando uova, adulti e larve: andrebbero eradicati catturandoli con le nasse») e le testuggini palustri americane. Vendute come “pet” da grandi farm americane, venivano vendute nei lunapark e nei negozi di animali appena nate. Così graziose nelle loro vaschette domestiche: poi, però, dopo che in 5-7 anni avevano raggiunto anche i 20-30 centimetri, non di rado venivano abbandonate in fiumi e stagni, dove contendevano alle rare testuggini indigene gli spazi di termoregolazione e il cibo. Per fortuna, nota Lapini, «nelle incubatrici americane dove vengono prodotte a temperature molto elevate nascono soprattutto femmine. Per questa ragione i maschi sono rari e le riproduzioni in libertà sporadiche». L’Ue ha fatto diverse leggi per obbligare gli Stati membri a bloccare la vendita di queste testuggini americane: in Italia lo stop definitivo è del 14 febbraio 2018. Il 14 agosto scorso sarebbe dovuto essere il termine ultimo per denunciare gli animali allevati da tempo e ottenerne l’affidamento (con l’impegno ad eliminare le uova e i neonati), ma è stato spostato al 31 agosto 2019. In Friuli, ricorda Lapini, queste testuggini sono diffuse, «soprattutto negli stagni del Carso triestino e delle colline moreniche friulane», ma pure nel fossato intorno agli spalti di Palmanova. Ma eliminarle è in teoria abbastanza facile: «La mattina si possono catturare con facilità negli spazi di termoregolazione, con le nasse o a mano». Pericolosissimo e molto “invadente” lo scoiattolo della Carolina, che, «introdotto nei parchi di Londra come pet, ha poi invaso le campagne ed essendo più grande dello scoiattolo rosso, lo scaccia. Le proiezioni indicano che fra trent’anni avrà invaso tutta l’Italia settentrionale. In Friuli l’altr’anno è stato trovato un primo esemplare investito a Rivolto. È probabile che sia scappato a qualcuno: la specie è proibita dal 2012». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino