CHIOGGIA - Una denuncia, l’anno scorso, per abuso edilizio e una, quest’anno, per falso. Sono state presentate dalla Polizia locale di Chioggia nei confronti della...
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LE TRAVERSIE Viste le traversie dell’anno scorso (la ruota era stata montata e poi smontata e spostata di dieci metri, per rispettare le distanze dalla diga) e le polemiche che ne erano seguite, l’argomento era già “caldo” di per sé. Ma lo è diventato ancora di più quando è stato comunicato ai consiglieri che i documenti di registrazione presentati dalla Ride Solutions erano risultati falsi.
Si tratta di una sorta di “libretto di circolazione”, con altri tre documenti allegati, che testimonia lo stato di efficienza della giostra (collaudi, revisioni, caratteristiche tecniche...) e che era stato presentato anche l’anno scorso. All’epoca non era stato controllato nei dettagli, perché aveva tutta l’aria di essere autentico. Ma, in febbraio di quest’anno, un’indagine partita dal Piemonte, in seguito a un infortunio su una giostra, aveva portato alla scoperta di un sistema di attestazioni compiacenti, se non del tutto false, su attrazioni e spettacoli viaggianti, in cambio di tangenti, esteso a tutta Italia. Erano state sequestrate, inizialmente, più di mille giostre, e tutti i Comuni, a quel punto, hanno iniziato a verificare in modo più accurato i documenti che venivano presentati.
ATTESTATO PUGLIESE Quelli della Ride Solutions, pur essendo la ditta polesana - ha accertato la polizia locale di Chioggia (ma anche quella di Montegrotto, per una richiesta in quel territorio) - era stato rilasciato da un Comune pugliese, in provincia di Barletta-Trani. Poteva essere normale, data la natura “viaggiante” dell’attrazione, ma la richiesta di conferma, al Comune pugliese, ha avuto come risposta: «Non abbiamo rilasciato quella registrazione e la firma che vi compare non è quella di un nostro funzionario».
Di qui lo stop alla Ride Solutions e la denuncia alla Procura che dovrà accertare le responsabilità e se la ditta polesana sia, a sua volta, vittima dell’operato di qualche intermediario poco scrupoloso. Una denuncia, quindi, che si somma a quella per abuso edilizio (causa il vincolo di inedificabilità assoluta violato dalle fondazioni del peso di 16 tonnellate, poi rimosse) e per la mancata autorizzazione paesaggistica, presentata l’anno scorso e mai archiviata, che rendono praticamente impossibile che la ruota di quella ditta, nel breve termine, possa tornare a Sottomarina. Nulla è precluso, però, a qualsiasi altra ditta in regola. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino