SOSPIROLO - «Sei una putt... e ti devi far sc...». Quando dicevano queste cose alle entraineuse erano ubriachi, e tanto, i tre clienti che la notte del 17 luglio 2016...
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L'udienza ieri è stata sospesa più volte a causa della sofferta deposizione delle due ragazze, parti offese. Si sono interrotte ripetutamente per le lacrime. Ma hanno anche fatto confusione. «Non è una cosa su chi si scherza - ha detto la presidente - o su cui fare confusione: bisogna stare molto attente, o potrebbero esserci conseguenze per voi». Le due ragazze, due sorelle romene, erano sedute sul divanetto, con una collega, anche lei figurante di sala, dominicana, quando 7-8 ragazzi fanno irruzione. «Parlavano romeno - ha detto ieri una delle due giovani - conosciamo i nostri paesani, quando sono ubriachi non sono così tranquilli». Tanto che una di loro li avvertì: «Qui siamo in un paese civile, non in Romania, smettetela».
I tre finiti alla sbarra, riconosciuti ieri dalle testimoni tramite le fotografie fornite in aula, avrebbero iniziato a mettere le mani addosso alle ragazze, chiedendo di fare sesso con loro, a pagamento. «Ci dicevano che siamo prostitute - ha detto la ragazza - e che dovevamo stare con loro». In realtà, come spiegato dalla figurante di sala le ragazze sono lì solo per intrattenere. «Siamo vestite eleganti, non con abiti succinti o sexy - ha spiegato - e il cliente se vuole paga 15 euro per bere e parlare con noi per un quarto d'ora». Ma quei clienti volevano pagare per fare altro. Le tre si rifugiarono nel camerino. «Nessuna di voi scappa - avrebbero detto i tre - quando uscite nessuna scappa». «Quando ho visto i carabinieri- ha detto la ragazza ieri - è come se avessi visto Dio».
LA DIFESA
In realtà le domande della difesa hanno sollevato diversi dubbi sulla attendibilità delle due parti offese: la querela è stata presentata a 7 mesi dai fatti, dopo che uno degli imputati aveva denunciato il titolare Roberto Callegher. Poi è stata ritirata. Inoltre nelle prime dichiarazioni le ragazze non hanno mai parlato di palpeggiamenti, particolare che ieri non hanno saputo spiegare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino