Video che diffamano le forze dell'ordine sui social, pugno di ferro da Treviso: «Denunciamo tutti»

TREVISO - «Fermare chi mette in pericolo la vita degli altri non è razzismo. È giustizia». Il sindaco Mario Conte si schiera totalmente al fianco...

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TREVISO - «Fermare chi mette in pericolo la vita degli altri non è razzismo. È giustizia». Il sindaco Mario Conte si schiera totalmente al fianco degli agenti della questura e della polizia stradale insultati via social. Anzi, aggiunge che Ca' Sugana, sul fronte delle offese via social verso le istituzioni, ha deciso di sporgere querela contro chiunque sceglierà la via dell'offesa: «Questa è la nostra linea - conferma il sindaco - assieme a una campagna di prevenzione per far capire ai ragazzi che questi atteggiamenti sono sbagliati». A colpire il sindaco è stato il video che ritrae un ventenne marocchino mentre viene fermato e controllato all'inizio della Restera dagli agenti di una volante. A corredo delle immagini, le accuse di essere stato malmenato e fermato solo per la sua nazionalità. Accuse che hanno spinto i vertici della questura ad annunciare una denuncia per diffamazione. Il giovane è stato trovato anche in possesso di droga.

L'effetto

L'effetto social ha però fatto della polizia un bersaglio e scatenato anche la reazione dei sindacati delle forze dell'ordine, ormai stanchi di essere oggetto di simili falsità. A questo si sono poi aggiunti gli insulti, beceri, agli agenti della polizia stradale che nel fine settimana hanno fatto controlli lungo la rete viaria della Marca sottoponendo gli automobilisti alla prova dell'alcol test. E il sindaco trevigiano non ha voluto far mancare il proprio sostegno: «Esprimo solidarietà agli agenti della polizia stradale - ha detto - e a quelli delle volanti diffamati da un ragazzo fermato venerdì scorso ubriaco e con hashish sull'Alzaia e, come se non bastasse, insultati anche sul web. Quello che hanno fatto è semplicemente il loro dovere a tutela della sicurezza di tutti e andrebbero solo elogiati». Durissimo anche Giancarlo Iannicelli, presidente del consiglio comunale: «Pieno appoggio agli agenti - ribadisce - vanno difesi e tutelati. E chiedo che il Comune si costituisca parte civile nell'eventuale processo contro queste persone che offendono le istituzioni».

Dalla Regione

Da Venezia arriva anche la solidarietà di Alberto Villanova, capogruppo del Carroccio, che stronca questa piaga dei video di offese diffusi via social: «Sono solidale con gli agenti della questura di Treviso, diffamati da un giovane e dalla sua fidanzata, fermati per un controllo - premette - quel video sarà anche buono per i social, ma non basta di certo per denigrare uomini e donne delle forze dell'ordine che ogni giorno proteggono i cittadini. Noi andiamo orgogliosi dei nostri uomini in divisa e siamo certi che ogni accertamento dimostrerà le reali responsabilità di questa assurda vicenda». Villanova parla anche di educazione: «È bene spiegare, anche ai più giovani, alcune regole di base della nostra società. Le forze di polizia si rispettano, e quando chiedono i documenti, devono essere loro forniti. Tanto più se si ha la coscienza pulita e non si è fatto nulla. Il video che è circolato sui social è solo l'ennesimo vile tentativo di diffamare il lavoro di agenti che vigilano sulla nostra sicurezza. Loro sono per noi un modello di cui andiamo fieri, sempre».


 

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Il Gazzettino