Sms dal finto bancario: imprenditore derubato di 100.000 euro

Sms dal finto bancario: imprenditore derubato di 100.000 euro
TREVISO Un messaggio sul cellulare, poi la telefonata del finto bancario: «Qualcuno ha provato a entrare nel suo conto corrente, clicchi sul link e segua le mie istruzioni,...

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TREVISO Un messaggio sul cellulare, poi la telefonata del finto bancario: «Qualcuno ha provato a entrare nel suo conto corrente, clicchi sul link e segua le mie istruzioni, sistemeremo tutto in pochi minuti». A voler mettere le mani sulle finanze di un imprenditore di 45 anni era invece proprio l'uomo che si è spacciato per dipendente della banca, che con altre dieci persone ha imbastito una maxi truffa da oltre 98mila euro. Tanto è costata al professionista (nato a Venezia ma da anni residente a Treviso) la fiducia mal riposta. E addirittura di più voleva sottrargli il gruppo di delinquenti, oggi tutti denunciati dalla polizia trevigiana. Una strategia che si sta diffondendo a macchia d'olio, che mira a farsi consegnare i dati sensibili per accedere al conto corrente delle vittime e che cela interi gruppi di truffatori, vere e proprie associazioni a delinquere. L'ALLARME La disavventura dell'imprenditore è cominciata a settembre. Sul telefonino ha ricevuto un sms con un codice da cliccare e subito dopo una telefonata. Dall'altra parte gli ha parlato un uomo, che ha detto di essere un dipendente della sua banca. Millantando alcune operazioni sospette, lo ha convinto a seguire le sue istruzioni per evitare di finire vittima di qualche malintenzionato. Ironia della sorte, era lui stesso il malintenzionato in questione. È però stato convincente e ha spinto il 45enne a entrare in un sito internet: era una copia di quello della vera banca e la vittima ha finito per cedere le sue credenziali di accesso al conto. Riattaccato il telefono l'imprenditore ha chiamato la sua filiale per avere conferma che tutto fosse risolto, ma a quel punto gli è crollato il mondo addosso.

L'INDAGINE La banca (quella vera, stavolta) era all'oscuro di tutto: nessuno di loro lo aveva contattato. Dal conto invece erano partiti diversi bonifici verso dieci codici Iban prelevando 148.500 euro. Di questi, 98.500 erano già spariti mentre gli altri 50mila erano stati bloccati in automatico dal sistema. Con il patrimonio dilapidato, al 45enne non è rimasto che chiedere aiuto alla questura, sporgendo querela. Grazie ai pochi dati che la vittima ha potuto fornire, gli agenti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico hanno fatto un lungo lavoro di incrocio dei dati riuscendo, nei mesi scorsi, a risalire a tutti gli intestatari dei conti correnti su cui erano arrivati i bonifici oltre che all'uomo che si era spacciato per dipendente della banca. Si è scoperto che erano uomini e donne di varie età e residenti in diverse regioni d'Italia, tutti accomunati da una sfilza di precedenti penali per furti, falsificazione di documenti e imbrogli online. A questi si è aggiunta venerdì una denuncia per truffa. Le indagini hanno permesso anche di congelare una parte del denaro che non era ancora stato prelevato e fatto sparire, in attesa di poterlo riconsegnare al legittimo proprietario. Arduo sarà però recuperare le cifre già rimesse in circolo, dal momento che i responsabili sono in questo caso parte di una rete criminale ramificata e ben organizzata proprio per colpire e cancellare ogni traccia. 

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Il Gazzettino