Un passato tra gli Skinheds, il questore gli toglie il porto d'armi

Un concerto seguito dagli skinherds
PORDENONE Il cacciatore con un passato nel Veneto Fronte Skinheads non ha diritto al porto d’armi. E se in passato la Questura di Pordenone gliel’ha concesso, ha...

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PORDENONE Il cacciatore con un passato nel Veneto Fronte Skinheads non ha diritto al porto d’armi. E se in passato la Questura di Pordenone gliel’ha concesso, ha sbagliato. Così ha deciso il questore Marco Odorisio, così ha ribadito il Tar del Fvg rigettando il ricorso presentato dall’avvocato Paolo Viezzi per conto di un cacciatore di Sacile. Secondo i giudici amministrativi, negli anni passati la Questura sarebbe stata troppo indulgente nei confronti di un soggetto «non pienamente affidabile». E poco importa se la difesa, nel ricostruire la storia giudiziaria del ricorrente, abbia dimostrato che tutti i processi a suo carico si sono conclusi con un’assoluzione («Una era eclatante: ci fu uno scambio di persona»).


I CONCERTI SKIN
Viezzi non rinuncerà all’appello in Consiglio di Stato. «Il mio assistito non è stato accusato di un illecito - spiega - ma di aver condiviso un’ideologia per mera partecipazione. È vero che nel suo passato c’è un Daspo del questore di Udine che risale a ben 20 anni fa, ma tutte le valutazioni sulla sua condotta dal 2002 in poi, data del primo rilascio del porto d’armi, erano positive». A pesare sul porto d’armi negato, come osserva il legale, vi è la partecipazione a tre eventi organizzati dagli skinheads. Il primo riguarda un concerto organizzato a Cerea (Verona) il 20 aprile 2018: data di nascita di Hitler. Il secondo fa riferimento alla partecipazione al concerto organizzato dal Langbard Club il 27 gennaio 2018: coincideva con il Giorno della memoria. Infine, nelle valutazioni della Questura è stata presa in considerazione la partecipazione alla commemorazione a Lignano di un amico deceduto.
ODIO E NEGAZIONISMO
Davanti al Tar il ministero dell’Interno e la Questura di Pordenone si sono costituiti in giudizio. La memoria dell’avvocatura dello Stato è durissima. Spiega che «non può ritenersi compatibile con il porto d’armi una condotta di vita che mal si concilia con i requisiti di buona condotta e di affidabilità». Il riferimento è all’associazione Skinheads e all’adesione a iniziative «ispirate alla violenza, all’odio razziale, al negazionismo dello sterminio del popolo ebraico, nonché per episodi di intolleranza e di discriminazione per ragioni di razza, sesso e religione». Secondo l’avvocatura, si tratterebbe di condotte «piuttosto indicative di una personalità da sempre poco incline al rispetto di norme e regolamenti».
ISPEZIONE IN QUESTURA

Nella memoria si informa poi i giudici che il porto d’armi rilasciato ne 2002, quando il cacciatore era sottoposto alla misura di prevenzione del divieto di accesso alle manifestazioni sportive, e i rinnovi del 2008 e del 2014, «sono stati irritualmente firmati da un funzionario diverso da quello formalmente delegato dal Questore, nonostante quest’ultimo in quella giornata fosse regolarmente in sede». Una circostanza per la quale è stata aperta un’ispezione interna, conclusa con la rimozione immediata del responsabile dell’ufficio armi e l’apertura di un procedimento disciplinare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino