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TREVISO - Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente regionale Anci, sorride: «Se mi piacerebbe fare il terzo mandato? Fatemi prima finire il primo». Poi però torna serio e ammette che il tema è d’attualità, così come quello delle indennità poco dignitose, battaglia che l’Anci sta portando avanti a Roma.
Sindaco Conte, sulla possibilità di fare il terzo mandato che dice?
«Penso soprattutto ai comuni più piccoli dove la scelta del sindaco è molto legata alla persona più che al partito. Se uno ha voglia di continuare a mettersi in gioco, se ne ha la capacità e soprattutto se ha il consenso, dovrebbe avere la possibilità di andare oltre i due mandati. E comunque sono sempre i cittadini a dover decidere».
Per i grandi comuni invece? Alcuni sindaci, come Stefano Marcon, dicono che dopo dieci anni un ricambio è giusto.
«Sono anche io di questa idea. Dopo dieci anni è anche comprensibile che ci si affidi ad altre visioni.
Poi c’è il nodo compensi.
«Nei piccoli comuni i sindaci prendono troppo poco. E parlo dei centri più piccoli. Già io, come sindaco di Treviso, ho una retribuzione più che adeguata anche se, come tutti i miei colleghi, mi devo pagare i contributi. Ma penso a quei primi cittadini che, con le mie stesse responsabilità e identico impegno, non arrivano a mille euro al mese. Assurdo. E non faccio paragoni con i compensi di altri incarichi perché si andrebbe fuori tema».
Come Anci come state affrontando la questione?
«Il presidente De Caro ha portato tutte queste istanze a Roma, ci stiamo lavorando. La questione delle indennità è cruciale. È vero che uno sceglie di fare il sindaco non per arricchirsi, ma per spirito di servizio. Ma, molto spesso, per farlo deve interrompere il suo percorso professionale. E se le indennità sono misere, come ci arrivi a fine mese? Il problema è reale»
Anche se con responsabilità e carichi di lavoro differenti, ci sono pure i consiglieri comunali.
«Non parliamo dei consiglieri comunali e dei loro gettoni di presenza: qui entriamo nella sfera del volontariato. Con la differenza che si prendono la responsabilità di quello che votano e che, anche loro, devono coprirsi con un’assicurazione».
A proposito di responsabilità: un sindaco ne ha di enormi.
«Questo è un punto fondamentale, ancora più importante in un periodo in cui è sempre più difficile trovare gente disposta a candidarsi. Un sindaco non può avere responsabilità penali anche per azioni indirette. È insostenibile».
Come nel caso di quel primo cittadino denunciato perché un bambino si è schiacciato le dita in una porta della scuola.
«Esatto, un’assurdità. Un sindaco è giusto che paghi se ha comportamenti sbagliati, che vada in galera se prende una tangente. Ma non può essere denunciato perchè un bambino si fa male accidentalmente a scuola. I sindaci vanno lasciati tranquilli, hanno già responsabilità enormi. Su questo c’è molto lavoro da fare».
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Il Gazzettino