Pianura Padana, allarme siccità: «Situazione gravissima». Il livello del Po ai minimi storici

Pianura Padana, allarme siccità: «Gravissima la situazione in Pianura Padana». Il livello del Po ai minimi storici
ROVIGO - Siccità in pianura padana, la situazione resta gravissima. In alcune zone il fiume Po ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 70...

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ROVIGO - Siccità in pianura padana, la situazione resta gravissima. In alcune zone il fiume Po ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 70 anni. Gli effetti dell'emergenza nei pressi di Pavia sono visibili confrontando le immagini dell'Osservatorio europeo Copernicus del 5 luglio 2021 e del 10 luglio 2022.

«I livelli del fiume stabilizzati al ribasso rimangono ben al di sotto del minimo per poter allontanare lo spettro del danno ambientale nel Delta e di quello colturale nel resto del distretto. Piogge assenti e temperature ancora in rialzo nei prossimi giorni». È l'esito dell'Osservatorio riunitosi online oggi. Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po - MiTE (ADBPo) sottolinea che «l'Osservatorio è utile, ma sterile. Lo strumento si dimostra un'anatra zoppa». 



L'Autorità distrettuale del fiume Po ha diramato una nota in cui annuncia che tutte le stazioni di monitoraggio dei livelli del fiume Po sono ancorate al di sotto delle quote minime dei flussi. Non è tutto. Le precipitazioni, cadute in modo disomogeneo nell’area distrettuale e talvolta sotto forma di fenomeni violenti e grandine, si sono rivelate insufficienti. Le temperature, dopo un temporaneo abbassamento, sono ritornate al di sopra degli standard stagionali e con stimata tendenza all’aumento ulteriore già dai prossimi giorni. Emerge una sola positiva rappresentata dalla parziale ripresa delle quote di alcuni grandi laghi alpini che hanno consentito una sostanziale stabilizzazione delle portata che a Pontelagoscuro (FE) si attesta a 219 metri cubi al secondo. 

Restano dunque le incognite legate all’avanzata del cuneo salino nell’area del Delta del Po e la potenziale minaccia, non ancora scongiurata, della possibile intrusione delle acque salmastre, non solo pericolo costante di danno irreversibile all’habitat e alla biodiversità in quelle zone o causa di improduttività colturale, ma anche minaccia costante al comparto idropotabile, vista la presenza operativa, a pochi chilometri, dell’impianto che serve tutt’ora oltre 750 mila persone tra la provincia di Ferrara e la provincia Di Rovigo.

 

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Il Gazzettino