La secca del Po fa affiorare i resti del ponte di barche distrutto dagli Alleati nel 1944

I resti affiorati dal Po del ponte di barche distrutto dagli alleati nell'estate del 1944
CASTELNOVO BARIANO - La più grande magra del Po degli ultimi 70 anni, dati alla mano, oltre ad aggravare la crisi idrica con ricadute sulle attività commerciali...

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CASTELNOVO BARIANO - La più grande magra del Po degli ultimi 70 anni, dati alla mano, oltre ad aggravare la crisi idrica con ricadute sulle attività commerciali e la popolazione tanto che saranno necessarie delibere provinciali ad-hoc, fa anche riemergere cimeli di epoche passate, in particolare riguardanti il secondo conflitto mondiale. Così, dopo che a marzo venne estratto dal letto del fiume prosciugato un cingolato tedesco della seconda guerra nella riva che bagna Sermide (Mantova), nei pressi dell’isolotto Renaio, sempre nella stessa zona, ma stavolta sulla riva che bagna Castelnovo Bariano, in un banco di sabbia poco lontano, sono riemersi resti del ponte in chiatte bombardato dagli americani nel 1944: chiatte in cemento in senso ripuario o sporgenti con la punta della prua dalla sabbia. Le bombe sbriciolarono la parte iniziale del ponte dalla parte castelnovese e la finale sermidese.


BOMBARDATO DAGLI ALLEATI

Il ponte in chiatte inaugurato il 16 novembre 1902, collegava Castelnovo Bariano e Sermide in un momento di decollo economico a cavallo del Po e ciò a cura delle amministrazioni di Massa Superiore (l’odierna Castelmassa) e Castelnovo Bariano, che poi lo gestirono tramite un consorzio apposito. Le barche che sostenevano le chiatte erano inizialmente in legno, poi vennero utilizzate in cemento. Fu una via di comunicazione lombardo-veneta essenziale sino alla dismissione nel 1971, sostituito dall’attuale e imponente ponte di Sermide in cemento armato. 
Simone Guidorzi - direttore del Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po di Felonica, ricorda che «all’epoca si bombardavano le retrovie tedesche attestate ancora sul fronte di Firenze, ciò per interrompere i rifornimenti a vario titolo per la prima linea. Tra Po, Panaro e Secchia nel raggio di 50 km erano inoltre concentrate ben nove divisioni tedesche. Tra febbraio e luglio 1944 gli alleati distrussero tutti i ponti sul Po e sui suoi affluenti. Il ponte “lombardo-veneto” fu colpito nell’ambito dell’Operazione Mallory Major da bombardieri medi bimotori North American B-25 Mitchell del 321° Bombardement Group con base a Solenzara in Corsica. La prima incursione del 13 luglio 1944 sbagliò bersaglio, uccidendo 16 civili italiani e un soldato tedesco. La seconda, del 15 luglio, fu micidiale, sbriciolando il ponte alle due estremità: i resti sono emersi ora nel settore castelnovese. Le acque non li avevano sinora mai restituiti in quanto sulla riva di Castelnovo scorre la corrente più veloce del fiume, nel punto di massima profondità. Dal 15 luglio 1944 al 10 agosto 1947 le due rive interregionali furono collegate solo da traghetti e imbarcazioni varie, quando fu finalmente inaugurato il nuovo ponte in chiatte. 


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Il Gazzettino