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Dieci milioni di litri d’acqua persi perchè i tubi sono vecchi e spandono e poi ci sono altri altri 150mila litri al secondo buttati via. Se nel tempo in regione e in provincia ci fosse stata una gestione più rigida, seria e ragionata, oggi non avremmo alcun problema legato alla siccità. Sembra impossibile, eppure è così. Già, perchè gli acquedotti dei 20 Comuni della provincia di Pordenone gestiti da Hydrogea, perdono dalla fonte sino ai rubinetti delle case il 50 per cento dell’acqua. Un disastro pur in linea con la media dello spreco al Nord e decisamente meglio rispetto al Centro e al Sud d’Italia dove la perdita in alcuni casi supera il 65 per cento. Ma il peggio, sul fronte dell’acqua buttata letteralmente via, arriva ora. Gran parte dei pozzi artesiani di cui ampie zone del Friuli Venezia Giulia sono ricche, hanno un getto continuo, 24 ore su 24. Tutta acqua sprecata che non viene assolutamente recuperata perchè spandendosi a terra non riesce ad arrivare sino alla falda che, almeno per l’acqua potabile, si trova almeno a 120 metri sotto terra. Ebbene, i pozzi aresiani disperdono 150mila litri al secondo.
LA SOCIETÁ
La società pordenonese che gestisce l’acqua in 20 Comuni della provincia ha un movimento di 20 milioni di litri all’anno.
LA FALLA PRINCIPALE
È la falla principale. Sul territorio regionale ce ne sono circa 50mila. «L’acqua del pozzo artesiano, soprattutto in alcune zone del Friuli - conclude il direttore di Hydrogea - esce a getto continuo. Il calcolo è semplice: lo spreco è di 3 litri d’acqua al secondo che moltiplicato per i 50 mila pozzi fa 150 mila litri al secondo, 9 milioni di litri all’ora. Uno spreco enorme». Come dire che con tutta quell’acqua che viene buttata via si potrebbe affrontare e risolvere senza problemi la siccità che sta colpendo duro anche i nostri territori».
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Il Gazzettino