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Laghi e invasi delle dighe della montagna pordenonese con l’acqua a un livello di quasi il 70 per cento inferiore all’anno scorso. E addirittura più basso rispetto al 2017, l’ultimo anno in cui il Friuli Venezia Giulia ha fatto i conti con una crisi idrica. Fiumi con una portata che supera del 50 per cento quella media del periodo. Con il fiume Tagliamento che registra un calo che non si vedeva da oltre vent’anni: attualmente la portata derivata a Ospedaletto (Gemona) è intorno a 7 metri cubi al secondo rispetto all’usuale valore che è di oltre 18 metri cubi al secondo. Una situazione che sta mettendo in crisi l’intera rete dei fiumi e dei canali della pianura friulana. Quasi quattro mesi senza pioggia (se si esclude qualche breve precipitazione nella metà di febbraio, da dicembre il calo delle precipitazioni rispetto alla media del periodo è stato del 40 per cento) e con poca neve in montagna che deve ancora sciogliersi aprono uno scenario decisamente preoccupante con una vera e propria emergenza che vede i Consorzi di bonifica della regione costretti a ricorrere a misure emergenziali di riduzione e di razionamento dell’acqua agli agricoltori invitati anche a ritardare le semine verso la fine di aprile o l’inizio di maggio. Nella speranza, ovviamente, che le prossime settimane portino la pioggia.
LA GIORNATA
Ieri si è celebrata la Giornata mondiale dell’acqua: un’occasione per ricordare la necessità del risparmio di quello che è ormai considerato l’oro blu.
I DETTAGLI
Il problema siccità riguarda tutta la regione, ma è particolarmente gravoso per il Tagliamento, principale fonte di approvvigionamento per i canali consortili, che non hanno solo un utilizzo irriguo ma servono anche per la produzione di energia elettrica e rivestono un importante ruolo per l’ecosistema di vaste aree della pianura udinese. «Misure straordinarie di razionamento - avverte il Consorzio di bonifica Pianura friulana - potrebbero rendersi necessarie a fine marzo in occasione della prevista riapertura dei canali». Le necessità irrigue ormai non attengono solo al periodo estivo, ma anche in primavera per le colture vernine e ortofrutticole, le semine di quelle cerealicole e il servizio antibrina. «Le attuali esigenze sono per ora limitate ad alcune aziende con produzione in serra di colture orticole, ma nel breve termine, specie in caso di aumento della temperatura, potranno emergere ulteriori esigenze connesse a colture orticole e vernine». Alcune aziende hanno evidenziato la necessità di utilizzare il servizio antibrina nel caso in cui si verificassero gelate tardive. Il Consorzio sta provvedendo al riempimento degli impianti interessati e al graduale ripristino della portata nel canali messi in asciutta per i lavori di manutenzione anche se probabilmente si dovranno attuare importanti misure di riduzione della portata a causa della ridotta derivazione dal Tagliamento presso la presa Ospedaletto. Come dire: il rischio è che non ci sia acqua per riaprire i canali.
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Il Gazzettino