«Fai scendere dal cielo, o Padre, la pioggia sospirata»: nelle chiese si prega perché venga brutto tempo

Si prega per la pioggia
CONSELVE - «Fai scendere dal cielo o Padre, sopra la terra arida, la pioggia sospirata, perché rinascano i frutti e siano salvi uomini e animali. Che la pioggia sia...

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CONSELVE - «Fai scendere dal cielo o Padre, sopra la terra arida, la pioggia sospirata, perché rinascano i frutti e siano salvi uomini e animali. Che la pioggia sia per noi il segno della rua grazia e benedizione». Sono alcune delle frasi recitate ieri mattina, 26 giugno, a tutte le messe in Duomo a Conselve per invocare il dono della pioggia. Una necessità che si fa urgente giorno per giorno, soprattutto per alcune colture diffuse particolarmente nella Bassa, mais e barbabietola da zucchero.

La preghiera per la pioggia

«Mercoledì, solennità dei Santi Pietro e Paolo, che sono anche raffigurati sulla facciata del Duomo di Conselve, dopo la messa del mattino, ci porteremo all'esterno, per invocare anche questi due santi potenti con la pratica antica della rogazione, affinché i terreni riarsi possano presto godere del refrigerio della pioggia, come ognuno di noi e gli amici animali», spiega don Alberto Pastorello, 24 anni, diventato prete da qualche settimana. Anche a Piove di Sacco, in Duomo e nelle altre quattro parrocchie dell'Unità Pastorale si è pregato con una particolare intenzione a tutte le celebrazioni domenicali. Altrettanto si è fatto pure a Monselice, come conferma il vicario del Duomo don Andrea Miola. «Abbiamo scelto una bella preghiera di intercessione composta da San Paolo VI nel 1976», dice don Miola. Un testo che è stato ripreso in molte chiese della Diocesi, da sud a nord, soprattutto nei centri rurali, dove il problema della mancanza di pioggia è molto sentito e la situazione continua ad aggravarsi.

L'allarme siccità

«A causa della perdurante siccità, la resa dei raccolti di mais a soia potrebbe ridursi del 50% rispetto allo scorso anno, soprattutto nella zona della Bassa - sottolinea il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato - Questo perché le turnazioni relative alle irrigazioni, con un conseguente minor apporto di acqua, potrebbero non bastare nell'attuale fase di accrescimento, cruciale per entrambe le colture. Uno scenario preoccupante nella terza decade di giugno». Negli anni passati vi sono state sì delle crisi idriche, ricorda Cia Padova, ma tra luglio e agosto, quando le coltivazioni sono tradizionalmente molto avanti. Mai, appunto, a fine giugno. Per il momento si stanno salvando le ortofrutticole, che vengono irrigate con impianti pluvirrigui, in grado di non disperdere nemmeno una goccia d'acqua. Per il presidente di Coldiretti Padova Massimo Bressan: «Con la morsa della siccità che non si allenta, occorre accelerare sulla dichiarazione dello stato di emergenza e soprattutto sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo. Raccogliamo solo l'11% dell'acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest'anno». I vigneti al momento sembrano soffrire meno delle altre colture, come conferma Roberto Lorin di Conselve Vigneti e Cantine: «Molte aziende si sono attrezzate con l'irrigazione a goccia».

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Il Gazzettino